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Tennis, razza e stupidità

La Halep candidamente ha osato parlare dell'avversaria in questo modo, dopo averla battuta: "Tira proprio forte, sembra davvero Serena Williams". Bum: immediata l'ondata di sdegno

Tennis, razza e stupidità

Avete presente Serena Williams? Probabilmente anche se non siete appassionati di tennis. La conoscete perché è comunque una star, di persona poi risulta essere anche una donna intelligente e simpatica, e qualcuno la trova (e non a torto) affascinante. In più è orgogliosamente afroamericana. Di colore.

Così come giustamente sottolinea di essere quando lotta contro le discriminazioni di razza (già, la razza).

Bene, Serena è un simbolo anche per la giovane australiana Destanee Aiava, 17 anni di Melbourne, di colore anche lei, che ha la Williams come termine di paragone sulle riviste di tutto il mondo: «Quando mi confrontano a lei sono onorata», ha affermato ieri in conferenza stampa agli Australian Open. E figuratevi quando un anno fa lo sponsor gliela fece incontrare durante un evento. Disse: «È uno dei giorni più belli della mia vita». Problemi? Nessuno, almeno per Destanee.

Il problema invece è tutto per Simona Halep, l'attuale numero uno del mondo, impallinata dal politicamente corretto che nel tennis sta diventando l'avversario più ostico. Nei giorni in cui monta la protesta dei giocatori uomini contro la spartizione dei montepremi che divide i ricchi (pochi) dai poveri (tanti), la Halep candidamente ha osato parlare dell'avversaria in questo modo, dopo averla battuta: «Tira proprio forte, sembra davvero Serena Williams». Bum: immediata l'ondata di sdegno contro l'improvvido commento razzista. Già: perché paragonare una tennista a un'altra non si può più, se entrambe hanno lo stesso colore.

Sul web insomma è partita la caccia alla Halep, la quale avrebbe potuto fare spallucce ma alla fine è stata costretta a specificare che il paragone fosse esclusivamente tennistico. Una follia. Vi risparmiamo il tenore dei commenti contro di lei (e sul suo infortunio alla caviglia che potrebbe impedirle di proseguire il torneo), che cozzano contro il sorriso della Aiava quando le si parla della sua eroina. Ma tant'è: alla verità che tutti gli uomini sono uguali indipendentemente da razza, religione e idee politiche, ormai si dovrebbe aggiungere l'inciso «e dalla stupidità».

Che grazie ai social, però, sta facendo la differenza.

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