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Ma Thohir chi l'ha visto?

Ma Thohir chi l'ha visto?

Tra i personaggi ed interpreti di questa ennesima buia primavera nerazzurra, ce n'è uno che è rimasto nell'oscurità. Peccato che nell'Inter faccia il presidente, il che - visto quanto accaduto - risulta essere a questo punto il mestiere più appetibile del mondo. Onori e niente oneri, quantomeno all'apparenza. In pratica: qualcuno ha visto (o sentito) Eric Thohir? Che la proprietà della Beneamata, anche decisionale, si sia spostata dall'Indonesia alla Cina è ormai noto da tempo, ma almeno esisterebbe ancora un ruolo che dovrebbe andare al di là di quanto è semplicemente scritto sul sito della società alla voce «organigramma». D'altronde l'accusa dei tifosi è che la società in questo momento non esista o quasi, e che servirebbe qualcuno che ogni tanto ricordi ai giocatori che nel calcio non si scende in campo con l'obbiettivo di programmare le vacanze (vedi Genova). E magari tutto ciò andrebbe fatto non da così lontano.

Dunque eccoci arrivati al punto: Suning, ovvero Zhang Jindong, ha ribaltato il tavolo cacciando Pioli e ripartendo da Walter Sabatini, ma nessuno è in grado di sapere se il presidente dell'Inter fosse d'accordo. O quanto meno informato. Non siamo certo più ai tempi di Massimo Moratti sotto la Saras, ma almeno - al di là di un paio di presenze in tribuna negli ultimi mesi a fare ciao-ciao con la manina - dal capo di un'azienda ci si aspetterebbe nel momento del bisogno una frase, se non un comunicato a suo nome. Sia chiaro: Eric Thohir è stato una salvezza, senza di lui i guai finanziari avrebbero portato chissà dove. Ci ha guadagnato lui, ci ha guadagnato l'Inter: ha fatto insomma un ottimo lavoro, compreso quello di trovare un compratore (suggerito) come Suning. Il silenzio però in questo caso non è d'oro: Thohir come presidente operativo non ha funzionato (De Boer è roba sua), ma parlare non costa nulla. Si guadagna, almeno, il rispetto dell'ambiente.

Ps. Ieri a Giacarta Thohir ha parlato, ma di investimenti: «Comprare un altro club? No, no: stop». Ecco, appunto..

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