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Il tormentone Totti irrita Spalletti "Guardate gli altri"

Dopo la festa e lo show in Europa il capitano tornerà in panchina

Il tormentone Totti irrita Spalletti "Guardate gli altri"

Roma Una settimana infinita per Francesco Totti, protagonista prima fuori dal campo (la festa per i 40 anni) e poi sul terreno dell'Olimpico (le giocate-show in Europa League con l'Astra Giurgiu). Stasera nella tana giallorossa arriverà l'Inter, avversaria di tante sfide - almeno quanto la Lazio - e una delle sue vittime preferite (11 reti, tra cui il celebre cucchiaio del 2009 e il numero 100 in carriera). Eppure Totti inizierà la gara in panchina perchè secondo Spalletti «va gestito» e quindi sarà una delle «vittime» del turnover coppa-campionato.

«Neanche a 25 anni mi sentivo così bene», il messaggio del numero dieci giallorosso dopo la partita di giovedì scorso nella quale ha disegnato un calcio sublime. Parole che suonano dolci come il miele per i tifosi che sognano di rimandare di un altro anno l'appuntamento con il ritiro. «Non mi preoccupa la dipendenza da Francesco, ma la poca importanza data al resto della squadra. Iturbe, ad esempio, in Europa League ha conquistato una punizione importante, però si analizzano solo certi numeri e si celebra Totti», sottolinea Spalletti alla vigilia di Roma-Inter. L'argomento lo tocca, quasi si scalda ogni volta che deve affrontare il tema. «Non dico se giocherà per non dare vantaggi all'Inter - continua il tecnico -. A giugno si pensava di fargli fare il tour della sua ultima partita in tutti gli stadi, ora si è passati a chiederne la riconferma da titolare in una gara importante. Se si ragionasse più tranquillamente, con equilibrio, si troverebbe la giusta soluzione, cosa che cerco di fare io quando tengo in conto tutto. Anche quegli aspetti che i media non evidenziano. Io posso solo dire che adesso Francesco è dentro la squadra e fa tutte le cose che deve fare». Non a caso, Totti è stato utilizzato più negli ultimi 20 giorni (quasi 300 minuti, con due gol e 4 assist) che nei precedenti 5 mesi.

In una Roma a caccia di equilibri tra un attacco che segna tanto e una difesa che subisce altrettanto («dovrà avere velocità e tante idee, se facciamo tanti raddoppi di marcatura si vince la partita e se copriamo le linee di passaggio si riconquistano più palle degli avversari», così il tecnico giallorosso) non ci sarà spazio nè per Totti nè per Dzeko. «Noi e l'Inter non abbiamo mandato messaggi ben precisi di quello che siamo, ma per noi è fondamentale farlo vedere - dice ancora Spalletti -. Ci stiamo allenando bene, siamo sulla strada giusta e stiamo migliorando. L'Inter è forte, come noi, e prima o poi farà vedere tutto il suo valore e quindi c'è da stare all'erta. E dobbiamo sfruttare tutte le occasioni, perché non ci ricapiteranno».

E sul collega De Boer dice: «Non lo conosco, ma mi sembra una persona seria. Una società come l'Inter se sceglie un allenatore c'è un motivo; va lasciato lavorare, ha iniziato ora, ha preso decisioni scomode evidenziando personalità e sicurezza.

Il progetto di lavoro va valutato a lungo termine, da 6 mesi a 2 anni».

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