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Il Toro si scansa cinque volte Sarri punge AdL «Se non mi vuole prima o poi vado in Cina...»

Angelo Rossi

Sostiene Sarri che non bisogna mai oltrepassare il confine tra il gioco lezioso e quello spettacolare. Il Napoli del primo tempo è stato bello ma sprecone, un gol dopo appena sette minuti ma tre occasioni divorate in beata solitudine dinanzi ad Hart. Troppo poco, complici alcuni errori macroscopici della terna arbitrale (alla fine negati due rigori solari e fischiati due fuorigioco inesistenti con l'uomo lanciato a rete), preludio comunque a una ripresa effervescente, maggior ritmo e molto più bella, non soltanto perchè arricchita dai successivi quattro gol azzurri.

Allo stadio Grande Torino il Napoli mette in scena l'ennesimo capitolo della sua Grande bellezza, un secondo tempo stratosferico, umiliando il Toro che pure era reduce dal pareggio in casa della Juventus e che dalle sue parti aveva alzato bandiera bianca solo di fronte alla squadra di Allegri. Le motivazioni hanno fatto la differenza, così come i numeri che certificano quanto attraente sia questo giocattolo pilotato in panchina da Sarri: da Torino gli azzurri portano via altri record, sono la formazione ad aver vinto di più in trasferta, raggiunto quota 107 reti in stagione e segnato volte 46 gol lontano dal San Paolo: come la Juventus ma parliamo di 67 anni fa.

Nel testa a testa per il secondo posto forse deciso dal risultato di ieri sera dell'Olimpico, il Napoli sapeva bene di dover recitare per primo e di non sbagliare niente. L'ha sbloccata Callejon quasi subito, esempio perfetto di come si verticalizza e si attacca lo spazio in profondità. Poi è stata una caccia continua al raddoppio, Hart graziato più e più volte, mentre il massimo della fatica Reina l'ha fatto ogni tanto per chinarsi e dissetarsi con la bottiglietta d'acqua. Secondo tempo con eguale disegno tattico, azzurri che lasciano correre la palla e Toro che fa possesso nella propria metà campo, incapace di costruire trame offensive, con Belotti abbandonato nella gabbia montata da Koulibaly. La differenza con la prima frazione sta nel fatto che i partenopei diventano tremendamente più belli e più pratici: a intervalli più o meno regolari firmano il tabellino dei marcatori Insigne, Mertens, ancora Callejon e infine Zielinski.

«Difficile migliorare questo gruppo» ha sentenziato Sarri, portato poi sui binari della polemica per le frasi sul proprio futuro: «Non so cosa sia stato riferito al presidente, ho semplicemente detto che con il prossimo contratto vorrei guadagnare qualcosa in più.

Magari in Cina dopo il 2020 ma se De Laurentiis vuole accontentarmi prima, sono qui».

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