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Tortu si ripete, Mennea è proprio vicino

Il velocista azzurro chiude 3° in 10''04, un centesimo sopra il proprio primato

Tortu si ripete, Mennea è proprio vicino

Roma - Vuole riscrivere i record e forse un giorno nemmeno lontano ci riuscirà. Non è accaduto ieri, nella calda e umida notte romana dell'Olimpico, in una gara stellare dei 100 metri. Nella quale Filippo Tortu ha quasi ripetuto la prova di Savona, peggiorando di un centesimo (10''04) ma battendo l'americano Christian Coleman. La strada è quella giusta, è solo questione di tempo per un primato storico che inizia a vacillare, quello di Pietro Mennea al quale è dedicato la manifestazione romana.

Il brianzolo di origini sarde, ogni volta che si tocca l'argomento, risponde con il suo mantra: «Non bado ai record, penso solo a migliorarmi». La gara dei cento metri maschile era il piatto forte del Golden Gala 2018. Il rettilineo dell'Olimpico cinque anni fa è stato teatro anche di una delle 7 sconfitte del grande Usain Bolt, che ora si diletta con il calcio, nei 134 capitoli del suo regno. «Una gara con questi campioni è un privilegio che non va sprecato, cercherò di non sbagliare», l'augurio alla vigilia di Tortu. Che non sbaglia. Anzi corre da grande, finisce terzo dietro all'americano Baker, l'unico a scendere sotto i dieci secondi (9''93), e al francese Vicaut, mettendo dietro di sé Coleman. «È stato totalmente inaspettato, mi sembra di essere andato bene - così Tortu che fra 15 giorni compirà 20 anni -. Loro sono partiti fortissimo, io stavo anche per cadere, poi mi è scattato qualcosa e sono andato a prenderli. Mi ha emozionato sentire il boato del pubblico prima del via, è bellissimo gareggiare a Roma». Il suo amico Marcell Jacobs, e compagno di stanza qui a Roma, finisce più dietro con un crono di 10''19. «È stata una grande giornata per l'atletica perché eravamo tutti e due a giocarci qualsiasi cosa - ha sottolineato Tortu -. Dopo i risultati di Savona è come se avessimo alzato l'asticella. Un tempo come quello di Marcell può sembrare ordinario, ma invece è un risultato enorme. L'esperienza con il Papa vale più di mille gare, e poi due giorni ad aspettare come monaci questo momento». La cena con la famiglia e con la nonna e poi la prossima tappa di Madrid. Filippo guarda già avanti mentre Jacobs appare deluso: «Sono decisamente arrabbiato perché stavo bene, ero carichissimo, eppure ho fatto la corsa peggiore dell'anno e ho corso tutta l'ultima parte di gara davvero indurito». Ma il futuro è loro, è solo questione di tempo.

Il sogno di andare a prendere il mito Mennea resta tale.

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