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Tortu vola a 2 centesimi da Mennea

Corre i 100 in 10''03, secondo tempo italiano di sempre. E punta al record

Tortu vola a 2 centesimi da Mennea

Se tua nonna materna si fa chiamare Sprint e l'altra nonna ha per nome Vittoria, ti può accadere di correre veloce, molto veloce, e può capitare di vincere e vincere spesso. Se da piccino Pietro Mennea ti osserva sul campo e si volta e a papà dice «da grande il piccolino farà cose importanti», può succedere che un giorno magico di fine maggio, come ieri a Savona, ti ritrovi a due centesimi, 20 centimetri, dal record dell'indimenticato campione pugliese. Se da giovane promessa della nostra atletica incontri Livio Berruti che ti guarda dritto nella palla degli occhi e dice «Filippo, io e te siamo uguali in tutto, stile, corsa, solo in una cosa siamo diversi: io ho frequentato il liceo classico e tu lo scientifico», vien da sé che, nonostante il meraviglioso 10''03 di ieri al meeting ligure, tu stia già pensando ad altre imprese e dica cose che lasciano intendere che sei solo all'inizio.

«La stagione è lunga e io voglio arrivare in forma agli Europei di agosto, solo poco prima deciderò se fare anche i 200», spiega con quel suo sorriso delicato e schietto Filippo Tortu, mentre a parole fa di tutto per respingere la domanda che lo accompagna da mesi: «Sarai tu il primo italiano e il secondo bianco (Christophe Lamaitre, 9''92, vento 2 m/s a favore) a scendere sotto i 10''?». A Rieti, dieci giorni fa, questo 19enne brianzolo per parte di madre ma col cuore nella Sardegna di papà, aveva offerto il primo assaggio, 10''16, un centesimo in più del proprio personale, e ieri, spinto e stimolato dal compagno azzurro Marcell Jacobs, ha prima chiuso la batteria in 10''09 e poi vinto la finale con 0,7 m/s di vento a favore davanti allo stesso Jacobs (10''08, quarto crono italiano all time). Proprio nei metri al secondo di questa brezza non benevola e non malevola (il massimo consentito è 2 m/s), brezza quasi imparziale, si cullano i sogni di Filippo e del papà coach Salvino, avvocato diventato tecnico appassionato e in continua evoluzione. Perché un metro e mezzo di vento significa un decimo e un decimo sta a dire che virtualmente Filippo è già sotto i 10''. Così come virtualmente, visto che Mennea nel 1979 ottenne il suo 10''01 in altura, a Città del Messico (2200 metri sul mare), e si calcola che 1000 metri regalino circa 6 centesimi, il 10''03 di Tortu è già la migliore prestazione italiana di sempre a livello del mare. «Di record» taglia corto Filippo «ce n'è uno solo, è di Pietro, resta lì e nessuno lo tocca».

Bugia.

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