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Tour de France 7° tappa: presentazione percorso e altimetria

La settima tappa del Tour, da Epernay a Nancy, somiglia abbastanza alla precedente, ma con una differenza che può risultare decisiva: le asperità di giornata sono collocate nella parte finale. Vita dura per i velocisti, dunque, e una buona opportunità per chi vorrà attaccare

Settima tappa Epernay-Nancy (234,5 km)
Settima tappa Epernay-Nancy (234,5 km)

Prima di affrontare i Vosgi nel lungo weekend che si concluderà lunedì a Planche des Belles Filles, ecco un'altra frazione di avvicinamento alle montagne, più complicata rispetto a quella che l'ha preceduta. Innanzitutto per la lunghezza, visto che oggi si superano i 230 km, e poi per la difficoltà degli ultimi trenta chilometri, dove sono collocati entrambi i Gpm.

Ad un finale movimentato corrisponde una prima parte di percorso - ben 200 km - sostanzialmente piatta, in cui si trova soltanto il traguardo volante in prossimità del km. numero 150. Le asperità finali, in realtà, sono tre, ma la prima di queste non è stata considerata Gpm: la pendenza media è 3% e servirà a mettere in fila indiana il plotone che, si presume, arriverà in quel punto a ranghi compatti o quasi. La successiva è la Cote de Maron, 5 km di lunghezza che raggiungono il 5% di pendenza, subito seguita dal terzo "dentello", collocato a soli cinque chilometri dall'arrivo; la Cote de Boufflers è la più breve, un solo km di lunghezza, e la più dura, al 6%, e taglierà fuori i velocisti che sono stati in grado di resistere sulle cotes precedenti.

La discesa, su strada larga e dunque non pericolosa, porterà direttamente a Nancy e si arriverà sul traguardo a velocità piuttosto elevata. Le ultime due curve si trovano a 1,5 km e a 800 metri dalla linea d'arrivo, che sarà preceduta da un rettilineo abbastanza lungo, spezzato a metà da una chicane veloce. Un tratto finale sulla carta disegnato apposta per gli sprinter, ma dopo le tre cotes in rapida successione ne saranno rimasti davvero pochi, se non proprio nessuno.

Potrebbero prospettarsi tre diversi scenari: la fuga iniziale riesce ad accumulare un discreto vantaggio da difendere poi nei saliscendi finali, oppure l'attacco viene tenuto sotto controllo dal gruppo e la corsa si accende solo in vista di Nancy, con un gruppo di finisseur che può tentare di avvantaggiarsi sugli strappi conclusivi. Se una squadra è abbastanza forte, però, potrebbe cercare di tenere chiusa la corsa con i suoi uomini, in modo da lanciare sul rettilineo finale il suo corridore più veloce, in grado di trionfare negli sprint a ranghi ridotti privi dei velocisti più forti. Si parla, nello specifico, della Cannondale e di Peter Sagan, perfetti sin qui nella gestione dei traguardi volanti riservati alla maglia verde, ma ancora a secco in fatto di vittorie.

Per gli uomini di Amadio e Zanatta l'occasione per eliminare lo zero dalla casella dei successi è davvero ghiotta.

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