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Dopo tre schiaffi in 8 giorni la Roma ritrova il sorriso

Tre gol al Palermo: un brodino per mettersi alle spalle la settimana più difficile. Dzeko alla 30ª rete stagionale

Dopo tre schiaffi in 8 giorni la Roma ritrova il sorriso

La discesa nell'arena - anche se a distanza - di James Pallotta, atteso però giovedì nella Capitale, ha avuto almeno l'effetto di riportare alla vittoria la Roma. A Trigoria c'è aria da resa dei conti, ma l'importante ora è salvare il salvabile. In attesa di capire se il rapporto con Luciano Spalletti andrà avanti o è destinato a interrompersi, la strada più probabile al momento visti i dubbi del tecnico toscano.

La formazione schierata a Palermo, che rimette in carreggiata i giallorossi, è figlia del momento attuale della Roma: tre ko di fila, giocatori rimasti senza benzina o semplicemente indisponibili, una rimonta da effettuare giovedì per non salutare già a marzo anche l'Europa League. Ecco che rispetto a Napoli Spalletti cambia cinque elementi, che diventano sei se guardiamo alla serata di Lione. Ecco allora una squadra senza centravanti di ruolo, figlia dell'emergenza fisica e mentale della truppa, come avvenne nell'altra epoca romanista del tecnico toscano che si inventò Totti falso nueve. Oggi che il capitano non è più in cima alla gerarchia, tocca ad El Shaarawy vestire i panni del riferimento offensivo principale della Roma. Anche se poi nel momento di maggiore sofferenza, Dzeko verrà chiamato in causa. Mentre il numero dieci resterà in panchina, rifiutando l'invito di Spalletti a giocare l'ultimo quarto d'ora («ho un leggero mal di schiena», la risposta di Totti al tecnico).

Sarà proprio il bosniaco a mettere il sigillo definitivo su una gara dal pronostico quasi scontato - 44 i punti di differenza alla vigilia - e di fatto complicatasi solo all'inizio della ripresa, quando il brio di Diamanti ha mandato un po' in tilt i meccanismi romanisti, meno oliati del solito per la presenza di giocatori meno utilizzati.

Inizio un po' contratto dei giallorossi e brivido sulla schiena dei tifosi romanisti quando Szczesny si fa scivolare in porta il tiro di Nestorovski, già fermato però per fuorigioco. L'offside, rivedendo le immagini, non c'è, anche se la chiamata era davvero difficile. La Roma pure inedita, con Grenier titolare dopo appena un minuto giocato contro la Fiorentina all'Olimpico, Paredes a dettare il gioco e Mario Rui sulla fascia sinistra, prende in mano la gara. È proprio El Shaarawy a spaccare la partita con un tocco sotto porta su assist di Grenier (non sarà l'unico del francese ex Lione, che non giocava dal primo minuto dalla stagione scorsa): per il Faraone quarto gol stagionale e terzo in carriera al Palermo, bucato al Barbera anche quando vestiva la maglia del Milan ma pure nella gara di andata.

Il Palermo, seguito in tribuna dal nuovo patron italo-americano Paul Baccaglini, decide di far esordire in A il 22enne Fulignati dopo i disastri di Posavec (per il portiere di Empoli solo una presenza in coppa Italia con lo Spezia). Lopez inserisce Diamanti, che evoca cattivi ricordi alla Roma (due reti decisive all'Olimpico con le maglie di Livorno e Bologna) e dà un po' di coraggio ai rosanero. El Shaarawy sfiora il raddoppio, Szczesny regala due parate importanti, ma superato il breve momento d'impasse la Roma torna padrona del match. L'ingresso di Dzeko è la mossa chiave e non solo per la ventesima rete del bosniaco (30ª in stagione), il Palermo mostra tutti i suoi limiti che lo spingono verso una retrocessione sempre più vicina. E Bruno Peres allarga il margine sui titoli di coda, punendo oltre misura i siciliani.

A Trigoria si ritrova il sorriso, in attesa di una settimana che darà molte sentenze, sul campo e fuori.

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