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Tre settimane per evitare di spaccare il pallone

La discesa in campo di Demetrio Albertini, che dimostra di avere idee chiare e di aver studiato da dirigente (ieri ha sottolineato i suoi otto anni dietro la scrivania), scuote la corsa per la poltrona di presidente Figc

La discesa in campo di Demetrio Albertini, che dimostra di avere idee chiare e di aver studiato da dirigente (ieri ha sottolineato i suoi otto anni dietro la scrivania), scuote la corsa per la poltrona di presidente Figc. Ora i candidati in pectore sono due, anche se Tavecchio e lo stesso Albertini hanno solo dato la loro disponibilità e devono ufficializzare entro domenica l'intenzione di gareggiare l'11 agosto, quando 278 delegati saranno chiamati a votare per il dopo Abete.

La cosa certa è che il calcio italiano rischia di arrivare a quest'elezione profondamente spaccato, dunque nessuno dei due contendenti potrebbe disporre di una maggioranza solida per governare serenamente e imprimere quella svolta di cui ci sarebbe bisogno. La serie A è divisa in due, anzi la fazione favorevole a Tavecchio sembra al momento superiore al 50 per cento con Galliani, Lotito e forse l'Inter in testa, mentre Juve, Roma, Napoli e Fiorentina guidano il fronte del cambiamento e quindi della candidatura di Albertini. Ma la Lega maggiore conta solo per il 12 per cento della torta elettorale, anche se potrebbe fare da guida a quella cadetta che aspetta di vedere i programmi per prendere una posizione ufficiale, ma spera in una discontinuità con le politiche del passato.

Tavecchio ha dalla sua il 34% dei «suoi» Dilettanti e una consistente fetta della Lega Pro (che pesa per il 17%), anch'essa profondamente spaccata al suo interno dalla querelle tra Macalli e il direttore generale Ghirelli, ma pronta però a ricompattarsi, e forse il 2 per cento degli arbitri. Albertini può sicuramente contare sulle componenti tecniche, quindi sul 20% dei calciatori e il 10 degli allenatori. Nelle tre settimane che dividono dal giorno dell'elezione l'ex calciatore del Milan dovrà quindi «convincere chi non la pensa come lui», come dice il presidente dei tecnici Ulivieri.

Intanto ieri Tommasi, il numero uno dell'Aic, ha incontrato il presidente del Coni Malagò, venerdì l'assemblea di A discuterà e voterà la piattaforma «bipartisan» studiata da Agnelli e Lotito, da girare ai due candidati. Le grandi manovre sono iniziate, la volata pure. Con la speranza che alla fine non vinca la «politica» ma la voglia di far voltare pagina al nostro calcio.

Chiunque vinca.

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