Brasile 2014

La testa di Hummels ghigliottina la Francia

Tredicesima semifinale per la Germania ai Mondiali. Show del difensore: segna e fa tre salvataggi. Benzema indisponente "tradisce" Deschamps

La testa di Hummels ghigliottina la Francia

Rien a faire, i giochi sono fatti, la Germania va in semifinale, si conclude al Maracanà il viaggio mondiale della Francia. Mats Hummels è il killer della nazionale di Deschamps, centonovantadue centimetri, un colpo di testa mentre Varane, quasi intimorito, si chinava, e la partita è finita prima di incominciare. Hummels gioca nel Borussia di Dortmund, la nuova avventura di Ciro Immobile. Radio mercato dice che l'affare italotedesco sia stato definito in cambio di una promessa del passaggio a Torino, in bianconero, del difensore tedesco. Hummels viene da Bergish Gladbach, nota ai più per essere la stazione di partenza di Heidi Klum, la bionda inquietante, già Briatore, che ha assicurato le proprie gambe per milioni di euro due. La testa di Hummels e tutto il resto della sua armatura valgono, ahinoi, molto di più da ieri pomeriggio. Non soltanto il gol che vale una semifinale ma tre salvataggi in apnea, davanti alla porta di Neuer, mentre i francesi tentavano l'allonsenfants ma senza lo spirito patriottico di Benzema, non tanto perché l'attaccante del Real Madrid non canti la Marsigliese (neppure Michel Platini provvedeva ad intonare l'inno) ma per la sua prestazione abulica, indisponente che ha tolto alla squadra la forza e la pericolosità necessarie per mettere, almeno, paura alla truppa tedesca.

Ieri pomeriggio a Rio ha avuto ragione Gary Lineker, si è giocato per novanta minuti e più e alla fine ha vinto la Germania. Senza strafare, limitandosi a stordire l'avversario e poi a pizzicarlo ogni tanto con le combinazioni palla a terra (un classico di questo torneo, una scelta tattica e tecnica che dalle nostre parti è da ritrovare all'ufficio oggetti smarriti). La Germania di Loew è questa, solida, febbrile soltanto perché mezzo spogliatoio era influenzato (dicono per l'aria condizionata, meglio sarebbe dire per i filtri sporchi dei condizionatori), la nazionale non ha fenomeni, Beckenbauer resta il mito, Schuster o Rummenigge sono sugli album delle figurine, Maier, Breitner e Briegel anche ma i tedeschi di oggi hanno la sostanza necessaria per riemergere nelle situazioni delicate.

La Francia ha la stessa cilindrata, non ha fuoriclasse, anche nel caso suo meglio non scrivere e parlare dei tempi che furono e dei quattro numeri 10, oggi Pogba è la luce, attorno al ragazzo circolano molti gregari ma nessun genio platiniano o zidaniano, la belle epoque è difficilissima da ripetere, come per gli azzurri d'Italia.
La sfida tutta europea ha mostrato un football meno aggressivo e veloce rispetto alle ultime partite viste in campo in Brasile ma nel calcio conta vincere, a volte non importa come ma quando. E la Germania va in semifinale, secondo storia sua. Per Didier Deschamps è la prima sconfitta del suo viaggio mondiale, da calciatore e allenatore. Potrebbe anche essere l'ultima. Tra quattro anni, in Russia, forse Dedè sarà seduto su qualche panchina di club e la Francia si consegnerà a Rudi Garcia. Ma queste sono voci di fantacalcio. O no?

Le immagini del Maracana hanno offerto un'altra volta il look di Joachin Low che ha un taglio di capelli da quinto Beatles e veste come un ballerino da teleshow.

La sua Deutchland è uber alles, il resto è triste France.

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