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Il treno belga vola nel vento E Gaviria completa il lavoro

La Quick Step del colombiano attacca e mette in crisi tutti i big. Il giovane pistard conquista tappa e maglia

Il treno belga vola nel vento E Gaviria completa il lavoro

Vai col vento. Non è un motto, ma un ordine, chiaro e preciso, che invia ai suoi corridori Davide Bramati, tecnico italiano della belga Quick Step, e arriva nelle orecchie del giovanissimo Fernando Gaviria, piccolo velocista colombiano, e al campione del Lussemburgo il talentuoso Bob Jungels, e agli altri componenti del team belga.

Succede tutto a 10 chilometri dal traguardo. Sfruttando le fortissime raffiche di vento che hanno condizionato tutta la tappa di ieri, la Quick-Step riesce ad allungare il gruppo e piazzare lo strappo decisivo. Si crea un gruppetto di poche unità, nel quale entra anche il nostro Nizzolo, campione d'Italia. In verità pronta è anche la maglia rosa Greipel, ma è costretto poi a perdere il treno a causa di un guasto meccanico. La volata sul traguardo di Cagliari è senza storia. Gaviria fulmina tutti con disarmante facilità, lasciandosi alle spalle Selig e Nizzolo. Per il colombiano si tratta del quinto successo stagionale, che gli vale anche la maglia rosa. Tra gli uomini di classifica l'unico a pagare è Rohan Dennis (Bmc Racing), sbalzato fuori sella dal vento e giunto in ritardo di oltre 5 minuti.

Via col vento. Si va in Sicilia, con la Sardegna nel cuore. E con un groppo in gola. Terra calda e aspra, quella di Sardegna, che ha mostrato al mondo intero le proprie bellezze. La propria ospitalità. Il Giro si è rispecchiato in questo paradisiaco paesaggio e si è fatto grande. Ora, dopo questi tre giorni non semplici, ci attende il primo vero scoglio di questo Giro. Il primo vero esame per chi nutre sogni e ambizioni di vittoria finale. Da Quintana a Nibali, per passare a Pinot, Thomas, Landa o Kruijswijk: tutti sono chiamati a gettare la maschera. Da domani le parole stanno a zero: si comincia a fare sul serio.

Primo arrivo in quota, sull'Etna. «Sarà una tappa durissima, da Cefalù al Rifugio Sapienza con due salite dure e lunghe, perché prima dell'arrivo sull'Etna dovremo affrontare anche il Portella Femmina Morta, sui Nebrodi, in provincia di Messina, dopo aver percorso il litorale tirrenico da Cefalù ad Acquedolci, passando per Santo Stefano di Camastra ci spiega con assoluta competenza chi queste strade le conosce bene, come Vincenzo Nibali -. Arriviamo sulle strade di casa. Questa prima salita (Portella Femmina Morta, ndr) sarà lunghissima, con un dislivello di 1.500 metri. Poi discesa verso Cesarò, Randazzo e Bronte, un percorso tormentato fino a Ragalna e Nicolosi per poi scalare l'Etna nel suo versante più duro, dal Santo del Cane, un dislivello di 1.200 metri in 17.5 km. All'inizio strada stretta: la prima metà è la parte più dura. Se attaccherò? Non sono io a doverlo fare, c'è chi ha il peso del pronostico».

Vincenzo non fa il nome di Nairo Quintana, lo scalatore colombiano indicato da tutti come il grande favorito di questa edizione del Giro Cento. Gli fa eco Paolo Slongo, preparatore da sempre del siciliano: «Sono sicuro che i big si attaccheranno, che usciranno allo scoperto, ma noi cercheremo di stare attenti e agire di rimessa ci spiega -. La tappa è dura, con quasi 4.000 metri di dislivello: non sarà una passeggiata. Quintana ha detto che è venuto qui in Italia per vincere il Giro? Toccherà a lui fare la prima mossa».

Via col vento, per andare in Sicilia.

Per questo oggi al Giro si riposa.

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