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Quel Tridente hi-tech che fa volare Maserati anche sull'Oceano

Tra gli ingegneri che progettano le supercar e lavorano anche per la Multi 70 di Soldini

Roberta Pasero

Modena Cosa accomuna una Maserati Levante, che per andare veloce deve stare aderente il più possibile all'asfalto, e un trimarano di 70 piedi, che per acquistare velocità deve sollevarsi dall'acqua e diventare una barca volante? Un Tridente. Che è il simbolo di Maserati e di Nettuno, il dio del mare, dunque anche di Giovanni Soldini, numero uno della vela oceanica non soltanto tricolore, skipper di Multi 70, che dal 2012 ha come sponsor il brand auto luxury modenese di Fca.

Ed è proprio per merito del Tridente se Soldini gareggia su un trimarano volante che ha la tecnologia di una supercar e da due anni viene studiato e messo a punto nelle stanze nascoste del Maserati Innovation Lab, a Modena. Un laboratorio di progettazione tecnologica rimasto segreto sino a poche settimane fa, voluto nel 2013 da Sergio Marchionne per far nascere le Alfa Romeo Giulia e Stelvio. E rimasto segreto per sua richiesta, tanto che, pur trovandosi sulla via Emilia Ovest, era invisibile persino su Google Maps. Qui 1.150 ingegneri provenienti da 17 Paesi, età media 37 anni, in un open space che non finisce mai, oggi progettano le Maserati del futuro, a cominciare dalla nuova supercar che verrà svelata a maggio. Non soltanto scocche, motori e prestazioni, ma anche strategie per prevenire l'errore umano nella guida attraverso la simulazione virtuale con un mix di hardware e software, grazie ai laboratori dedicati allo sviluppo della User eXperience e a simulatori dinamici e statici tra i più evoluti al mondo.

Qui viene messa a punto anche la Maserati che vola sull'Oceano. La Multi 70 di Soldini. «Automobili e imbarcazioni hanno molto più in comune di quanto si pensi. Per questo ho chiesto agli ingegneri di aiutarmi a risolvere alcuni problemi tecnici, come quello dei timoni: mi capitava troppo spesso, andando a una velocità di 30-35 nodi, di sbattere anche semplicemente contro un pesce palla e di distruggere o danneggiare il timone. L'idea di partenza era quella di mettere un Airbag al timone: gonfiandosi con un'esplosione al primo impatto sarebbe potuto uscire dall'acqua velocemente, in modo da recuperarlo», spiega Soldini. «Alla fine gli ingegneri dell'Innovation Lab di Maserati hanno creato un timone dotato di un fusibile che lo fa sollevare subito dopo l'impatto».

Trasferire il know how tecnologico, che rende le Maserati oggetti del desiderio in tutto il mondo, a un trimarano, a cominciare dall'aerodinamica che condiziona le prestazioni e il comportamento dinamico che incide sull'efficienza, non è stata una mission impossible. «A me piace la velocità, su strada come sul mare. Su strada sono arrivato anche ad avere soltanto due punti sulla patente, ma ora sto recuperando; sul mare andar forte serve ovviamente per vincere. Per ottimizzare la performance, gli ingegneri di Maserati sono riusciti ad abbassare il coefficiente di penetrazione aerodinamico dell'intera imbarcazione di circa il 5%. In questo modo, in condizioni ottimali posso superare la velocità di crociera dei 43 nodi, quasi 80 km orari.

E davvero far volare Maserati anche sull'Oceano».

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