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Triplete "maledetto" Mancio-Icardi gli ultimi tormenti dell'Inter

L'addio di Mou, l'inutile ricerca di un erede È così da sette anni. Ora tecnico e bomber

Triplete "maledetto" Mancio-Icardi gli ultimi tormenti dell'Inter

Luca Talotta

Estate, tempo di mare, vacanze e calciomercato. Ma anche di panchine, rigorosamente a tinte nerazzurre, bollenti. Perché le pazze estati dell'Inter si susseguono oramai da quel celebre Triplete del 2010, che da Zenit assoluto dell'era Moratti, ha provocato inaspettate conseguenze. Tanto che ancora oggi prosegue l'epopea del nervoso susseguirsi di allenatori, con Roberto Mancini prossimo all'addio dietro lauta buonuscita da due milioni di euro.

E anche Suning sarebbe propenso a trovare un accordo per la chiusura del rapporto con l'allenatore di Jesi. Il tutto confermato anche dalle prime riunioni a New York della dirigenza nerazzurra riunita per gli stati generali. Il Mancio sarebbe a un passo dal salutare per la seconda volta i nerazzurri, a meno che si riesca a ricomporre la frattura larghissima tra le parti nelle prossime 24 ore.

E così a tre settimane dall'inizio del campionato, sarebbe tutto da rifare, praticamente ripartendo da zero. Eppure solo sei anni fa era l'estate dell'apoteosi dopo l'abbuffata del triplete. E pensare che l'arrivo di Benitez era sembrata la logica conseguenza per proseguire il percorso di successi di Mourinho. E difatti il tecnico spagnolo conquistò subito Supercoppa italiana e Coppa del mondo per club, prima di lasciare la squadra già a Natale. I dissidi di mercato con Moratti all'ordine del giorno, certo, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu lo sfogo dopo la vittoria del Mondiale: l'ultimatum lanciato alla società, l'accusa di promesse non mantenute, hanno fatto imbufalire il presidente che definì, con garbo, inadeguato lo sfogo del tecnico.

Al tecnico madrileno subentrò Leonardo, con il quale i nerazzurri vinsero la Coppa Italia prima di dargli il benservito dopo appena sei mesi e aprire un'altra calda estate alla ricerca di un nuovo allenatore. Non convinceva Moratti, accettava poco volentieri critiche e consigli, non riusciva a coinvolgere lo spogliatoio.

L'approdo di Gasperini, se possibile, peggiorò ancora le cose. Un'avventura che partì con la clamorosa sconfitta in amichevole a Monza contro il Chievo per 3-2: difesa a tre shock con Zanetti centrale, Sneijder e Pazzini in panchina e modulo sbagliato (3-4-3). Addio dopo soli tre mesi e zero partite ufficiali vinte. Ma l'avvicendamento in panchina con Ranieri non portò la sterzata giusta e il legame s'interruppe anche qui dopo solo sei mesi: squadra nuovamente in balìa di un'estate caldissima.

L'epopea di Stramaccioni durò un anno e mezzo, quasi un record. Vinse il derby, sbancò lo Juventus Stadium, giocò con tre punte e infilò 10 vittorie consecutive. Un miracolo, visti i tempi. Poi, però, il primo marzo 2013, a fine allenamento Stramaccioni e Cassano iniziano a litigare. Finisce male. Qualcosa s'inceppa e l'Inter chiude nona con 16 sconfitte, tantissime. A sostituirlo, dopo un'altra estate caldissima, Mazzarri: due anni di contratto, intervallati dalla richiesta di un altro rinnovo (ottenuto) quando era già arrivato Erik Thohir e il susseguente esonero a novembre; la stessa situazione nella quale si trova il Mancio oggi: contratto in scadenza ma rinnovo, questa volta, che non viene siglato. Malumore allargato dal ruolo ridimensionato sul mercato.

Una storia che si ripete, un'altra estate da vorrei ma non posso: l'eredità del Triplete continua a mietere vittime sulla panchina nerazzurra. E, tra mal di pancia veri o presunti, ieri sarebbe arrivata la richiesta da parte di Icardi di non giocare l'amichevole di oggi con l'Estudiantes a causa di un problema intestinale. Vista l'offerta da 50 milioni di euro più bonus del Napoli per lui, sembra difficile non immaginare questioni di mercato dietro all'indisposizione. La seconda dopo quella col Psg per la spalla.

Quando il rinnovo o la cessione sono una questione di portafoglio, ma pesano anche sul fisico.

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