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Tripletta di super Bacca Ma poi il Milan trema: lo salva Donnarumma

La punta ritirata dal mercato affonda il Toro Il portiere para il rigore di Belotti al 96'

Franco Ordine

Milano Non gli hanno preso Iniesta, d'accordo ma anche Carlos Bacca non è poi maluccio. Specie se si pensa all'originario piano che prevedeva la cessione del colombiano in Premier league per fare cassa (non perché fosse scarso come bomber, l'anno scorso, al debutto, con quella miseria di calcio e di risultati, 18 più 2 in coppa Italia i suoi centri) e l'arrivo di Pavoletti dal Genoa. E invece, alla fine, grazie al suo ostinato dissenso suggerito dalla famiglia meglio vivere a Milano -, Carlos Bacca è rimasto a Milanello e all'alba del torneo ha tatuato la sua prima tripletta. E se si riflette poi sulla sua straordinaria media (40 tiri in porta, 21 gol, uno ogni due) si capisce perché ha preteso di calciare il rigore del 3 a 1 e di portare il pallone a casa, per la gioia del figlio. Servitegli qualche pallone goloso in area di rigore e lui non sbaglierà di sicuro. Un solo errore per la sua micidiale mira, il possibile 4 a 1 sull'uscita di Padelli che gli deve essere perdonato. Chissà se De Laurentiis non sarà inseguito da qualche rimorso: avesse puntato subito su di lui al posto di Higuain, avrebbe messo nei guai il Milan e risolto qualche problema di Sarri.

Non gli hanno preso Iniesta d'accordo ma anche il bambino di turno, Gigio Donnarumma, non è poi così male visto che ha parato a Belotti il rigore del 3 a 3 sui titoli di coda di una sfida spettacolare, comandata per lungo tempo dal Milan ma poi compromessa con quello sciagurato finale. Ventura in tribuna ha preso appunti. Mihajlovic l'ha presa con un sorriso amarognolo: fu lui a sfidare l'impopolarità l'anno scorso mettendo da parte Diego Lopez (che non gli ha dato la mano) per puntare su quel portiere bambino che ieri a San Siro gli ha negato il possibile 3 a 3. Sarebbe stato un castigo eccessivo per il Milan ma un epilogo inevitabile per due motivi di fondo: per la carenza fisica mostrata dai rossoneri nell'ultimo tratto e per la perfomance negativa di Romagnoli oltre che di parte del centrocampo (Montolivo in particolare). Ecco il punto allora: Montella ha migliorato la qualità del gioco, con la freschezza fisica a disposizione ha disegnato schemi e intese che hanno esaltato Bacca e non solo, visto che anche Niang ha avuto l'occasione buona per timbrare il cartellino, ma dietro restano fragilità inquietanti.

Il Toro ha perso troppo presto Ljajic, l'unico che potesse mettere in crisi la gendarmeria milanista, e l'argentino subentrato, Bayè, non ha certo mostrato qualità speciali accreditate da qualche addetto ai lavori. Anche in difesa, Mihajlovic ha i suoi tormenti: quartetto datato e non ancora all'altezza. Belotti ha rimesso in piedi il Toro per qualche minuto appena, a inizio di ripresa, Niang e Bacca hanno invece riportato al centro del villaggio il Milan che ha superato a fatica e con il prodigio di Donnarumma il primo ostacolo. Non è ancora pronto il Milan per inseguire l'Europa league, deve blindare la difesa, migliorare il centrocampo. Ha fatto sapere ieri Galliani: «Ho chiesto in tempi non sospetti Paredes alla Roma e Kovacic al Real ma sono stati dichiarati incedibili da Sabatini e Florentino Perez». Adesso è alla ricerca di un vice di Montolivo. Non sarà Iniesta, per capire subito. Anche se in materia l'ad ieri si è tolto un sassolino dalle scarpe. «A 19 anni avevo preso Xavi», ha ricordato.

Fu la mamma del fuoriclasse del Barça a impedire il trasferimento in Italia.

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