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Tris del Real, ma il Mondiale è un deserto

Travolto l'Al Ain nel disinteresse persino degli arabi. E adesso la Fifa deve cambiare tutto

Luigi Guelpa

La stampa tedesca aveva definito il Mondiale per Club "OperettenLiga", anche quando sul gradino più alto del podio ci salì il Bayern. Ieri negli Emirati Arabi ha trionfato, come da previsione, il Real Madrid, raggiungendo quota quattro (la terza di fila) nella kermesse ideata dalla Fifa. Tutto facile per i merengues che in finale si sono trovati di fronte la squadra locale dell'Al Ain (liquidata 4 a 1), allenata da Zoran Mamic, testimone di nozze di Modric, già baciata dalla fortuna per aver fatto fuori ai rigori il River Plate (bronzo sui Kashima Antlers).

Nel primo tempo i protagonisti sono il portiere Eisa, che salva in un paio di occasioni su Bale e Benzema, e il Pallone d'Oro Modric, a rete al 14' con un gran sinistro da fuori area. Nella ripresa il Real continua a spingere e trova il 2-0 al 60' con Marcos Llorente su siluro di destro e la terza rete (di testa) con Sergio Ramos nove minuti dopo. L'Al Ain accorcia nel finale con Shiotani, poi Yahia nel recupero mette nella propria porta un pallone calciato da Vinicius.

La 15ª edizione del Mondiale non è stata altro che la conferma dell'impalpabilità di un torneo che vorrebbe collocare in risalto le eccellenze degli altri continenti, ma che all'atto pratico mette a nudo solo le loro mediocrità. Il calcio che conta può anche essere itinerante, ma è un affare privato dei club europei. Anche gli stadi di Abu Dhabi e Al Ain, splendide cattedrali nel deserto, non hanno registrato il sold out. I canali televisivi Dubai e Sharjah Sport si sono prodigati a irradiare l'evento, ma hanno dovuto fare i conti con lo scarso share e la vittoria nella stessa fascia oraria di un paio di telenovele egiziane e di una competizione di ippica. Meglio la storia d'amore tra Fayza e Ioussouf piuttosto che un Real per altro orfano di Ronaldo. In molti si domandano se non sarebbe il caso di tornare alla vecchia Intercontinentale, Europa contro Sudamerica. Anche se alcuni luogotenenti di Infantino accarezzano l'ipotesi di una Lega Europea viaggiante.

Da sei anni si stanno facendo prove generali con la Champions Cup tra Europa, Asia e Stati Uniti.

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