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Troppo vento, lo Squalo non morde l'Etna

Nibali attacca ma viene ripreso. Impresa dello sloveno Polanc. Jungels in rosa

Troppo vento, lo Squalo non morde l'Etna

Etna Le parole se le porta via il vento, e con se anche tutte le buone intenzioni della vigilia. Nibali nel giorno di riposo era stato chiaro: «Qualcosa succederà di sicuro». Non è successo in pratica nulla. È finita pari, con tutti i big a braccetto, per non volare via.

Il vento, ancora una volta, ha condizionando e anche molto la corsa rosa, bloccando di fatto le velleità di tutti. Non è una novità, ormai è risaputo: il vento è considerato dai corridori un autentico nemico. In gergo ciclistico viene definito la montagna invisibile. Quando soffia contro, ma anche di lato, sono dolori per tutti. La marcia si rallenta sensibilmente, tutto diventa più difficile.

La sensazione è quella di avere qualcuno che ti si è attaccato d'improvviso alla sella: la bicicletta non va più avanti, anche quando la strada è piatta come un biliardo. Figuriamoci sull'Etna.

La situazione l'ha descritta bene Geraint Thomas, il gallese del Team Sky, che subito dopo il traguardo ha spiegato: «C'era un fortissimo vento contrario che ha reso impossibile qualsiasi tentativo». E non è un caso se in salita sull'Etna abbiamo visto dei ventagli... Così il taccuino della cronaca si riempie solo di gesti che non hanno avuto fortuna, come quello di Paolo Tiralongo all'inizio della salita, poi quello di Pierre Rolland o di Jesper Hansen della Astana e del nostro Vincenzo Nibali. Il siciliano, che ha perso il gregario Javi Moreno escluso dal Giro per aver strattonato Diego Rosa del Team Sky, ci ha provato proprio sotto lo striscione dei tre chilometri al traguardo, ma la sua azione più per provare la febbre ai rivali, che altro, è durata pochissimo, stoppato immediatamente dall'uomo di Quintana, il costaricano Amador.

La montagna invisibile, fa più paura del mostro nero: di Iddu. L'Etna incorona il 25 enne Jan Polanc, lo sloveno della UAE Emirates: scattato al km 2 insieme a Janse Van Rensburg, Alafaci e Brutt, Polanc è riuscito a pescare sul fondo del barile le energie necessarie per resistere al vento e al ritorno degli avversari e conquistare una splendida vittoria, la seconda al Giro d'Italia dopo quella dell'Abetone, due anni fa. «Non pensavo di poter vincere, non so neppure io dove sia riuscito ad andare a pescare le energie per riuscire a non farmi riassorbire dal gruppo dei migliori», ha commentato felice il pupillo di Beppe Saronni, che ha regalato a questo team arabo la prima vittoria in un Grande Giro.

L'unico a centrare l'attacco è stato il russo Ilnur Zakarin che ha guadagnato una manciata di secondi sugli avversari piazzandosi al secondo posto. Terzo il gallese Geraint Thomas. Intanto da registrare c'è la nuova maglia rosa: ad indossarla è Bob Jungels: il 24 enne corridore lussemburghese la ritrova ad un anno di distanza. «Non pensavo assolutamente di poterla vestire ha detto -, ma sono felice di tornare ad indossare uno dei simboli più prestigiosi del ciclismo.

Se sono qui per tenerla? Io non mollo mai tanto facilmente».

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