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Tra tutti i dubbi azzurri spunta persino il Conte bis

Ventura alle prese con un’Italia da rigenerare. Ma a Londra parlano di offerte pronte per l’ex ct

Tra tutti i dubbi azzurri spunta persino il Conte bis

Il recupero di elementi fondamentali e di esperienza internazionale, l’abbandono del modulo 4-2-4 (o 4-4-2) indigesto a questo gruppo, una grande positività scacciando definitivamente le scorie della gara del Bernabeu, carattere, determinazione e unità di intenti. E magari qualche minuto in più in campionato collezionato da molti giocatori della truppa azzurra. Questi sembrano gli ingredienti per confezionare un’Italia capace di guadagnarsi il Mondiale.

Certo, l’ennesima prestazione deludente degli azzurri in Albania - con il brodino caldo della vittoria che ci ha almeno consegnato un posto tra le teste di serie - non legittima sbocchi di ottimismo o sbuffi di felicità. Al contrario, salgono le inquietudini del presidente federale Tavecchio e di Giampiero Ventura. «Quest’Italia non è da mondiale, sta lavorando per diventare da Mondiale», ha sottolineato dopo la partita di Scutari il ct, già in modalità playoff. Il tempo stringe: fra sei giorni il sorteggio a Zurigo per conoscere la nostra avversaria (ci attenderà una gita irlandese, greca o scandinava), fra 23 giorni la lista dei convocati per la doppia sfida, fra 28 la gara di andata in trasferta. In più gli spifferi in arrivo da Oltremanica non contribuiscono a portare serenità. Secondo The Sun e Daily Express i vertici della Figc starebbero pensando a un’importante offerta nel tentativo di riportare il «nostalgico» Antonio Conte (deluso dall’esperienza con il Chelsea e voglioso di tornare in patria) sulla panchina azzurra dopo il prossimo Mondiale. «Non abbiamo un problema commissario tecnico, la federazione ha intrapreso un percorso di cui è soddisfatta», ha gettato acqua sul fuoco il dg Michele Uva.

Colpe questo ct ne ha: la Nazionale di Ventura sta avendo l’effetto di «cloroformizzare» praticamente tutti, gioca a ritmi da sbadiglio, arranca, è in crisi di fiducia. Ora deve essere bravo, ammesso che ne abbia la forza, a uscire psicologicamente dal tunnel in cui si è infilato. In questo novembre che si preannuncia ancora più caldo dell’autunno che il calendario sta proponendo, Ventura punterà sul recupero di parecchi titolari, soprattutto a centrocampo: Verratti, De Rossi e Marchisio in primis, il giovane Pellegrini che pare più di una spanna sopra Gagliardini. E forte di qualche consiglio dei «senatori», potrebbe affidarsi magari al 3-5-2 di contiana memoria e che lui aveva adottato - in segno di continuità con il predecessore - all’inizio della sua avventura azzurra 13 mesi fa.

Varianti che potranno essere sufficienti se alla Nazionale si darà però un’anima e uno scopo. Considerando che gli avversari possibili non paiono insuperabili. «Non c’è più l’Italia dei blocchi come in passato, oggi giocano due calciatori per squadra con moduli diversi, bisogna dare loro un filo conduttore», riconosce il ct genovese. Intanto i giocatori, guidati dagli “anziani” del gruppo, si sono fatti una seduta “carbonara” di autocoscienza che agli occhi di molti è stata letta come una delegittimazione o sfiducia di Ventura. Ipotesi subito smentita dai diretti interessati (Buffon in primis).

E arriviamo così all’unità di intenti da tutti predicata e che ora va applicata prima che arrivi la catastrofe, ovvero la mancata qualificazione a Russia 2018. Questa Italia non basta.

Quella di novembre, con il recupero dei degenti, chissà.

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