Sport

Ultrà, Agnelli andrà all'Antimafia Ma per la Digos il club sapeva tutto

"Rapporti stretti tra un presunto 'ndranghetista, Conte e i dirigenti"

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli

C'è la «totale e piena disponibilità» di Andrea Agnelli a presentarsi alla commissione parlamentare antimafia, fa sapere il legale della Juventus Luigi Chiappero, che ribadisce comunque che ìl club bianconero non è mai sceso a patti con esponenti malavitosi della curva. Ma dalle carte dell'inchiesta emergono dettagli crudi, che rendono difficile credere che i vertici della società non sapessero cosa accadeva in curva e che caratura criminale avessero i personaggi con cui interloquivano. A partire dai rapporti stretti tra l'allenatore di allora, Antonio Conte, e un presunto 'ndranghetista.

Una informativa della Digos torinese del settembre scorso riassume bene quanto accade a partire dal 2005 quando «Mocciola Gerardo (detto Dino) dopo avere scontato la pena in carcere per l'omicidio di un carabiniere riuscì grazie all'appoggio della locale criminalità organizzata a riportare in auge il gruppo dei Drughi». La sera del 25 marzo 2009 Mocciola viene sprangato da alcuni appartenenti al club rivale dei Bravi Ragazzi: «Da quel momento Mocciola per colpire i Bravi Ragazzi decise di affidarsi a Barresi Placido (pregiudicato, condannato per essere stato killer della 'ndrangheta legato alla famiglia Belfiore-Saffiotti), a quel tempo detenuto ma in contatto con il leader dei Bravi Ragazzi, Puntorno Andrea, quest'ultimo molto vicino alla criminalità organizzata siciliana». Scrive la Digos: «Alla base di questi tentativi di conciliazione vi sarebbe stata la volontà da parte di esponenti della criminalità organizzata, in particolare della 'ndrangheta torinese e milanese, di evitare l'insorgere di una guerra tra bande che avrebbe avuto l'unico effetto di intralciare le redditizie attività illecite che gravitano intorno agli incontri di calcio, in generale, e al nuovo stadio in particolare».

L'intervento del killer Barresi porta a una tregua tra le diverse fazioni ultras: ed è qui che spunta la figura come pacificatore di Rocco Dominello, rampollo di una famiglia 'ndranghetista, individuato nel luglio 2012 a Saint Vincent durante il ritiro estivo della Juve.

«Dominello si muoveva con disinvoltura e dialogava sia con gli appartenenti a tutti i gruppi ultras sia con i giocatori ed alcuni esponenti della società Juventus (...) a completamento del profilo di Dominello si è potuto riscontrare un significativo rapporto di amicizia con Fabio Germani e con Antonio Conte (l'allenatore)». La Digos spiega che Fabio Germani non è solo un leader storico dei Drughi ma anche un «personaggio molto conosciuto a causa delle sue amicizie con Luciano Moggi all'epoca in cui quest'ultimo era amministratore delegato della società bianconera». Queste conoscenze hanno permesso al picciotto Dominello «di essere presente in ciascuna occasione/evento strettamente riservato», tra cui le «feste private della Juventus come quella organizzata al Banus di corso Moncalieri a seguito della vittoria del campionato».

Ancora ieri, la Juve nega di avere mai foraggiato questi club.

Ma secondo la Digos ai Viking sarebbero stati regalati dopo una «trattativa segreta» 150 abbonamenti innescando «per le stagioni successive un meccanismo perverso con gli altri gruppi ultras».

Commenti