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Un'Italia come la Germania la rivoluzione gentile del ct

Ventura: «Loro hanno saputo ripartire da un fallimento. Qui devo sempre tutelare i giovani»

Un'Italia come la Germania la rivoluzione gentile del ct

La partita che ha fatto la storia è una finestra sul futuro. Italia-Germania torna a San Siro per la quarta volta, la prima fu nel 1923 che fu anche la madre di tutte le sfide tra azzurri e panzer. È un'amichevole, ma non potrà mai esserlo. Si passa dal sogno spezzato all'ultimo Europeo alla costruzione di un sogno mondiale. Dal ct condottiero, Antonio Conte, al ct chioccia, Giampiero Ventura. «Senza paura», dice l'ex allenatore del Torino, la nazionale si specchia nei campioni del mondo.

La sua è una rivoluzione gentile, dentro e fuori dal campo. Non alza la voce il ct, però dice le cose senza scorciatoie. Anche a costo di passare per uno «da ricoverare», la battuta che però nasconde un'idea seria già recapitata nelle stanze dei bottoni del calcio italiano. «Il campionato dovrebbe iniziare il 13 agosto, sarebbe importante per affrontare la Spagna ad armi pari», spiega proiettato al futuro, alla sfida del prossimo settembre contro le Furie Rosse che deciderà il primato nel girone. Da vincere. E tre giornate di campionato nelle gambe darebbero qualche possibilità in più. E se Marotta ha già stoppato Ventura, «impensabile partire così presto» dice l'ad bianconero, in Lega Calcio se ne parlerà comunque nel prossimo consiglio: si resterà sulle due giornate ad agosto, ma con la possibilità di anticipare il via della serie A se dovesse farlo anche la Liga. Insomma una sorta di marcatura istituzionale alla Spagna.

Ma Ventura non ha studiato solo sul campo la Germania che «anche in questo è avanti a noi», con la Bundesliga già iniziata a ferragosto. Il ct sa di non poter incidere, ma dove le decisioni spettano a lui sta recuperando a grande velocità sui panzer. Nella ricostruzione di una squadra, nel lancio di giovani che poi è anche il miglior apprezzamento riconosciuto alla carriera di Ventura. Il ct chioccia è al posto giusto nel momento giusto, lo dice lui stesso «mi sento a casa mia». E quando parla capisci perché Buffon dopo pochi giorni non ha esitato ad esaltarlo. «Io nella mia carriera ho lanciato tanti giovani, tutelandoli e non buttandoli di sotto senza la rete di protezione». Meglio ancora la chiosa: «Dobbiamo fare le cose bene per difendere il nostro capitale». La Germania in questo aiuta anche per spiegare perché la rivoluzione gentile prevede di tornare alla difesa a tre dopo il 4-2-4 sperimentato contro il Liechtenstein perché «se prendi una batosta poi ti viene il dubbio di non poter giocare in quel modo. Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio». Non è paura, ma saggezza di un allenatore che sta plasmando la sua creatura senza tempo. E neanche le occasioni perché dopo la Francia, la seconda amichevole è con la Germania.

Però Ventura rispetto a Conte ha ottenuto gli stage per avere altri giovani da vedere e magari lanciare. Come Alessio Romagnoli schierato contro la Spagna «tra la perplessità generale... e però poi mi si chiede di schierare i giovani». E qui la rivoluzione gentile si allarga al sistema, alla cultura italiana che «definisce una sconfitta con la Francia un disastro, senza considerare che c'era un ct arrivato da 48 ore... Non mi piace». Tutto questo si scontra con il processo di crescita in atto ed è tutto il «sistema che si deve mettere in discussione». E non c'è occasione migliore per farlo della Germania che dopo un «grande fallimento, ha preso una grande decisione e i risultati si vedono», dice Ventura che guarda a questi tedeschi «come ai figli della programmazione». Un giorno si potrebbe parlare dell'Italia giovane dei «figli» di Ventura. Una rivoluzione gentile che passa anche dalla partita di stasera. Occasione di riscatto per i reduci, e non solo, della notte di Bordeaux, di quei rigori, di quel rigore sbagliato per il quale Zaza ha confessato «di essere stato a lungo tormentato». Ma c'è sempre un'altra Italia-Germania.

E stavolta è una finestra sul futuro della giovane Italia.

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