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Usa vs Europa, Woods vs Molinari

Subito in campo l'italiano contro Tiger reduce dalla prima vittoria dopo 5 anni

Usa vs Europa, Woods vs Molinari

nostro inviato a Parigi

Alla fine sembra proprio che noi italiani dovremo - se non diventare un popolo di santi, navigatori e golfisti - almeno imparare a familiarizzare con il tee e con il foursome. Perché quella che prende il via oggi al Golf National di Parigi è la prima Ryder Cup che parte con un golfista italiano nel ruolo di una stella. E perché la prossima edizione europea della manifestazione, prevista nel 2022, avrà come teatro Roma, e il circolo da golf Marco Simone, dove le ruspe sono già al lavoro per preparare un green leggendario. E si sa: in Italia, e nella capitale in particolare, i lavori non iniziano mai troppo presto.

Breve intro per non golfomani (a cui peraltro chi scrive appartiene): la Ryder Cup è la più importante manifestazione a squadre del golf. Si svolge a inizio autunno ogni due anni, e vede di fronte le squadre degli Stati Uniti e dell'Europa, che ospitano la manifestazione a continenti alterni. Non è sempre stato così, peraltro. Dal 1927, anno della prima edizione, al 1971 è stata solo una faccenda tra Usa e Gran Bretagna. Poi, dal 1973, i britannici hanno annesso l'Irlanda. E nel 1979, il team è diventato europeo. Unico sport in cui il vecchio continente diventa per qualche giorno un'unica entità, almeno a livelli così alti. Ah: i golfisti europei gareggiano indossando il blu. E gli americani il rosso. Almeno sapete per chi tifare se vi imbatterete nella Ryder in tv (la trasmette Sky Sport, che ha anche creato un canale ad hoc, il 205).

Le gare si svolgono su tre giorni, da oggi a domenica. Ventotto sfide: otto oggi e otto domani coppia contro coppia (ogni giorno quattro foursome, con i due compagni che si alternano a ogni colpo, e quattro fourball, con tutti i quattro golfisti che giocano tutte le palle e a ogni buca vale il punteggio migliore per ogni coppia) e dodici singoli domenica. Ogni sfida attribuisce un punto (mezzo per uno in caso di pareggio). Vince chi raggiunge 14 e mezzo. Se finisce 14-14 la Ryder Cup resta agli Stati Uniti che la detengono, avendola vinta nel 2016 in casa, interrompendo una striscia di tre successi europei.

Ogni squadra è composta da dodici giocatori, otto di diritto (ovvero selezionati per ragioni di classifica o di vittorie) e quattro scelti dal capitano, che è Thomas Bjørn per gli europei e Jim Furyk per gli americani. Tra gli europei c'è Francesco Molinari, e non è una novità né per l'Italia né per lui, alla sua terza partecipazione. Quello che è diverso stavolta è il fatto che Chicco si è qualificato di diritto ed è un punto di forza del team, dopo aver vinto il suo primo major, l'Open Championship in Gran Bretagna ed essendo leader della lista a punti europea e mondiale (ma numero 6 della classifica mondiale).

Altra attrazione della Ryder 2018 il ritorno di Tiger Woods, il golfista più famoso della storia (che oggi affronterà proprio Molinari nel 4° fourball). Avrebbe dovuto essere il vicecapitano non giocatore, ma è recentemente tornato in forma ed è stato scelto da Furyk. Che si tratti di una scelta tecnica e non di immagine lo dimostra il fatto che proprio qualche giorno fa la tigre nera è tornata a vincere, dopo 1876 giorni, un torneo. E che torneo: il Tour Championship.

Del resto la Ryder Cup non è il posto giusto per fare esperimenti o dare medaglie alla carriera. Per tradizione i due team si sfidano per vincere. Lo vogliono i giocatori, che annoverano il torneo tra i principali vanti del curriculum. Lo vuole il pubblico che affolla il green (a Parigi sono previsti 300mila spettatori in tutto) e tifa come se fosse allo Stade de France. Un caso unico nel compassato mondo del golf, dove il fair play è di rigore.

Vorrà dire che se l'Italia non si golfizzerà, ci accontenteremo del fatto che il golf si italianizzi.

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