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Valentino fa una flebo al campionato. È di nuovo Rossishow

Dopo anni grigi la MotoGp torna a regalare spettacolo. Vale sbaglia, rimonta e umilia tutti tranne Lorenzo 1°

Valentino fa una flebo al campionato. È di nuovo Rossishow

Finisce che lui vince, finisce che Jorge Lorenzo ricomincia da dove aveva concluso, in vetta al mondiale. Finisce soprattutto che il motomondiale si deve inchinare innanzi a una realtà che in molti avevano chi dimenticato e chi volutamente ignorato: lo show delle due ruote è soprattutto legato a un signore di 34 anni. Valentino Rossi. Padre e padrone del campionato. Capace di renderlo bello o brutto a suo piacimento, a seconda che commetta errori o compia imprese. Un signore che regala spettacolo ed emozioni non solo agli italiani, un signore che fa tutto e il contrario di tutto. Come ieri sera. Prima fa il peggio e sbaglia a raffica e per troppa foga e poi fa il meglio inanellando sul finale tempi da capogiro e rimonta spaventosa che a quattro giri dalla bandiera a scacchi lo porta a sverniciare Pedrosa per il podio e subito dopo a far lo stesso per il secondo gradino passando baby fenomeno Marquez. Un baby che però gli rende vita dura a lungo, lo ripassa, viene ripassato, e così facendo rende ancor più bella l'impresa del Dottore. Ma quanto si è divertito il Vale? Ma quanto si è divertita la Yamaha con la doppietta? Ma quanto è tornato a divertirsi il motomondiale? «Sì, dai, ci divertiremo» dice infatti il Vale raggiante di fine gara, «sì, dai puntavo a vincere e senza i problemi nei primi giri...» s'illumina «sì, dai, ringrazio la Yamaha che mi ha dato questa seconda possibilità».

Sì, dai, è festa vera per il campione ritrovato e per il campionato ritrovato. Un mondiale che ha bisogno delle sue rimonte e delle sue gare come dell'aria. Un mondiale comunque festival di incroci di storie umane. Altro che F1. Altro che metti la gomma e cambia la gomma e aziona l'ala e chiudi l'ala e ordini dai box e passa tu e passa lui. Qui solo uomini, uomini, uomini. Incroci umani su due ruote. E tanti e belli e tutti sul filo dei 340 all'ora, questa la velocità top registrata in quel del Qatar. Mica robetta. Incroci umani perché al via Valentino è parso il ragazzino che deve bruciare tutto per far bene e farsi vedere e andare in vetta al mondo e però trova sulla sua strada il Dovizioso Andrea che sulla moto che fu sua, la Ducati, vuole dimostrare altro che Dottore, sono io il medico capace di curare i mali oscuri della Rossa. Andrea ci riuscirà solo per tre, quattro giri, per poi doversi mestamente accontentare, assieme al compagno Hayden, delle posizioni di rincalzo. Però il Dovi torna comunque a casa con la soddisfazione di aver lottato e indotto all'errore il Vale Rossi, staccata alla curva uno del giro due, staccata balorda che quasi il Dottore va addosso a Pedrosa («credevo che Dani fosse lento, ma ho sbagliato io...»). E senza quella, Rossi subito a caccia di Lorenzo non sarebbe stato un sogno.

Incroci umani. Come quello fra i compagni di squadra della Honda, Dani Padrosa e Marc Marquez, dove il giovane iberico umilierà il meno giovane iberico caposquadra di un team che rischia di venir divorato dalla rivalità interna. Incroci umani come quello mancato, ma solo rimandato, proprio per gli errori e la troppa foga al via del Vale nazionale, con Lorenzo che si è ritrovato a fare la gara che preferisce e pronti e via si è involato e arrivederci ragazzi.

Incroci umani e... disumani, incroci che coinvolgono ovviamente e necessariamente anche le moto. Come l'incredibile e per certi versi romantico déjà vu che si concretizza alla fine, giro di rientro, quando il Vale resta senza benzina e a dargli un passaggio fin nei box ci pensa Iannone. Iannone su Ducati. Per cui Rossi di nuovo sulla Rossa. Meglio non ricordarglielo.
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