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Valentino, la grande paura. E Lorenzo umilia Marquez

Il Dottore cade rovinosamente e perde i sensi. Esce in barella, Tac ok. Marc esagera sul bagnato e Jorge rifila una lezione alle due Honda

La caduta di Valentino Rossi
La caduta di Valentino Rossi

Lo spavento causato dal volo di un grande campione, la vittoria di un uomo intelligente e il tonfo di un ragazzo fenomenale che a furia di sentirselo dire rischia di crederci troppo, visto che oltrepassa spesso e volentieri il confine tra l'impresa e la pirlata.

L'ennesimo Gran premio di Spagna, stavolta in versione aragonese, Alcaniz e dintorni, va infatti in archivio con tre nomi su tutti ben impressi a mente: sono quelli del Vale, di Jorge e di Marc. Si comincia dal primo, il Dottore, sospirone di sollievo tutto dedicato a lui, graziato dal dio del motomondo nonostante bruttissimo volo al giro quattro e bruttissima cozzata di testa con momentanea perdita di coscienza. Si prosegue restando in casa Yamaha, ma il sospirone di sollievo cede il passo ad applausi e bene e bravo e bis tutti all'indirizzo di Jorge Lorenzo che vince una gara per uomini veri e gente di cervello, decidendo di cambiare moto, a quattro giri dalla fine, e tornare al volo in pista con quella più sicura che calza gomme da bagnato. Perché da diversi giri ha ripreso a piovere per davvero e Marquez e Pedrosa che duellano fra loro poco avanti a lui non ci sentono, non mollano, non rientrano. Jorge sì. E lo fa al momento giusto. Un attimo prima che frani a terra Pedrosa e un giro prima che faccia ugual cosa Marquez che, per completare la personalissima pirlata (seconda caduta di fila), prova a tener viva la moto aggrappandosi al manubrio con le mani, roba che quasi la moto gli finisce addosso.

Fatto sta, spingendo il giusto sul bagnato e indossando gomme appropriate, Lorenzo va a vincere la prima dell'anno. Dietro di lui, altri due che avevano calzato gli stivali giusti al momento giusto, persino in anticipo: Aleix Espargaro su Yamaha Open e Crutchlow sulla Ducati superstite. Perché anche Dovizioso è finito a terra e perché Iannone ha fatto ugual cosa a inizio gara, giro due, mentre lottava per la vetta e la pista era asciutta ma i cordoli e l'erba sintetica molto meno.

Poco cambia in vetta, giusto una manciatina di punti per i due della Honda che dopo essersi rialzati e rientrati al box hanno concluso Marquez 13° e Pedrosa 14°. Recupera invece parecchio Lorenzo che però ovviamente non pensa al titolo o ad altro, pensa solo ad essere finalmente tornato al successo. «Dopo tanto tempo senza vincere è un trionfo che per me vale tantissimo perché ottenuto in condizioni difficili. Quando ho visto che non rientravano l'ho fatto io... Sono andato al massimo senza rischiare, una grande vittoria» dice Jorge.

Non dice Valentino, ma parlano per lui altri e i rincuoranti comunicati del team Yamaha. Perché la paura è stata tanta. Al quarto giro, mentre lottava per la terza piazza, Vale è stato disarcionato dalla sua Yamaha dopo aver perso il controllo sul cordolo umido. Nell'impatto ha picchiato duro di testa e anche la moto l'ha toccato e sul momento si è temuto il peggio visto che non si rialzava. Sono così intervenuti gli infermieri con barella. Visibilmente scosso, dopo un veloce controllo nella clinica mobile, il nove volte campione del mondo è stato portato all'ospedale di Alcaniz per una Tac.

«Rossi - ha spiegato poi il dottor Michele Zasa, responsabile della clinica mobile - ha sofferto un trauma cranico con sospetta perdita di conoscenza. Dal punto di vista neurologico non c'è preoccupazione. Dopo la Tac abbiamo rilevato che non ci sono tracce di versamenti nel cervello». Il campione ieri sera è poi tornato nel proprio motorhome, in circuito, rimanendo comunque sotto osservazione tutta la notte. È vero: Misano e la vittoria di due settimane fa sembrano lontane anni luce, ma Vale lo sa: a suo modo, anche quella di ieri è una vittoria.

Una grande vittoria.

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