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Valentino trionfa a Misano. E scrive ancora la storia

Marquez cade, Lorenzo si arrende, Rossi diventa il campione più longevo. "Sono proprio un grande, mi sento come un Papa. Il mondiale? Non è finita qui"

Per Valentino ancora almeno 5 anni in Motogp
Per Valentino ancora almeno 5 anni in Motogp

Valentino Rossi la porta dell'immortalità la spalanca a casa sua con una gara perfetta. L'apoteosi si celebra nella sua Misano, una vittoria fortemente voluta, inseguita come poche altre, la numero 107, l'ottantunesima nella classe regina. Lo testimonia la commozione nell'infinito giro d'onore, «è durato un quarto d'ora» dirà scherzando, per godersi l'abbraccio dei sessantamila del Marco Simoncelli. Già, idealmente sul casco «speciale» per l'occasione, c'era anche la mano dell'amico perso a Sepang tre anni fa, oltre a quelle di amici e meccanici, alle labbra di mamma e fidanzata. «È un'immagine ideologia per spingermi». E l'ha spinto ancora di più nella storia. Il vincente più longevo: Misano 18 anni e 27 giorni dopo la prima volta di Brno 1996 nella vecchia 125, battuto quello di Capirossi (17 anni e 29 giorni). Intramontabile.

L'altra notte aveva sognato vittoria e distacco su Lorenzo. Simile all'ultimo sigillo a Misano nel 2009: «Questo mi fa effetto più di pensare a Brno 18 anni fa». Una generazione sportiva dopo, ispirato negli affetti, Rossi ha fatto il padrone di casa. «Grande, grande, mi do del grande da solo - esclama -. Sono il miglior Valentino di sempre». Ha sfruttato la prima volta in prima fila della stagione e si è messo subito alle spalle di Lorenzo, poi ha duellato con Marquez: uno straordinario botta e risposta (doppio) per fargli capire di non insistere nel voler rovinargli la festa. A quel punto Lorenzo si era già fatto da parte di fronte alla gara chirurgica del Dottore. L'aveva detto: «Si vince nei primi dieci giri». E proprio alla decima tornata l'istinto ha spinto Marquez oltre il limite per stare dietro al maestro: cade, la moto si spegne e ci mette un'eternità a riaccendersi e Rossi prende il largo nel mare giallo di Misano: «Voleva fare il teatro come a Laguna Seca l'anno scorso, stavolta gli è andata male. Comunque avrei potuto vincere lo stesso».

Uno show come solo i fenomeni. Specie rara in Italia di questi tempi. Se ne contano due: Valentino Rossi, appunto, e Federica Pellegrini. Vincenti e personaggi, il mondo li applaude. Prendete Lorenzo, appena battuto: «A casa sua è stato speciale». Iannone parla come di un mito: «Bravo Vale, sono contento del tuo successo». E dire che anche dopo il ritorno in Yamaha, c'era chi lo dava per finito. Invece il fuoriclasse in questa stagione da protagonista, ridimensionata solo dal cannibalismo di Marquez, è terzo nel mondiale, dietro di un punto a Pedrosa. E ora la ciliegina, a interrompere il dominio della Honda che finora aveva sempre vinto. Lui torna a farlo dopo oltre un anno, ma questa è vera, «più solida» dice Rossi, per rispondere a chi ricordava sempre che ad Assen 2013 Marquez e Lorenzo erano fratturati.

Qui, invece, stavano benone, ma lui di più. Altro che vecchio: «Ne ho passate tante. Il mio merito? Non aver ascoltato chi diceva che ero vecchio. L'importante è sognare». Solo così si possono godere certi momenti: «Era l'occasione giusta e l'ho sfruttata, la Yamaha era superiore alla Honda. Poi vincere qui a Misano è speciale, grazie anche a tutti questi amici e tifosi. Emozionante. Vincere era l'obiettivo principale della stagione e ce l'ho fatta». Poi gli occhi si velano di lacrime: «Avere la coppa con il 58 del Sic, significa tanto per me. Qui il pensiero di tutti va a lui: è molto di più di dedicargli una vittoria». Sul podio si inginocchia davanti al mare giallo di Misano: «Mi sentivo un po' come il papa», dice il nove volte campione mondiale. Il re e il suo popolo: «Penso a vincere un altro titolo».

Sarebbe il finale da dieci e lode di una storia infinita.

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