Brasile 2014

Van Gaal è senza Krul. L'Olanda perde ai rigori

L'Argentina sfiderà la Germania per la terza volta ai mondiali. Dopo 120' di noia, si decide dal dischetto. Sbaglia anche Sneijder

Van Gaal è senza Krul. L'Olanda perde ai rigori

«Dove mi immagino il 13 luglio? Sul campo del Maracanà a giocare la finale». Non aveva usato giri di parole, Leo Messi, prima del Mondiale. E il suo sogno si è avverato: nella sera in cui supera il mito Maradona come numero di presenze con l'Albiceleste (92), la Pulce supera l'esame di ammissione alla sessione di laurea. Al Maracanà non troverà l'altro numero 10 padrone di casa, quel Neymar fuori gioco ancora prima del suo Brasile, ma la tosta Germania per una sorta di «bella» dopo le due finali di Dieguito nel 1986 (vinta) e nel 1990 (persa all'Olimpico di Roma tra le polemiche). L'ultima delle quattro partite conclusive giocate dai sudamericani. Anche se più fresca è la batosta rimediata quattro anni fa, quando l'asso del Barcellona fu mandato a casa con un poker nei quarti dai teutonici.

Stavolta i rigori si rivelano fatali all'Olanda, orfani del portiere Krul che Van Gaal lascia in panchina. Messi e Robben non sbagliano il loro tiro dal dischetto, così l'eroe diventa Romero che para i tiri di Vlaar e Sneijder mentre l'Albiceleste è infallibile. Ma in realtà alla squadra arancione mancano anche gli acuti di Van Persie, sfiancato dal mal di pancia e debilitato da un dolore alla gamba sinistra, e soprattutto del suo numero 11, voglioso di cancellare l'errore della vita in Sudafrica quando sbagliò il match point nella finale con la Spagna, ma che non avrà una seconda possibilità.

Da una parte c'è l'unica delle semifinaliste giunta al penultimo atto del torneo con uno score di sole vittorie, con il record di meno falli di tutte le squadre (una novità per una squadra fisica come quella dell'Albiceleste) e di più cross effettuati; dall'altra una nazionale orange che ha l'attacco più prolifico (12 reti prima della sfida di San Paolo), con le maggiori soluzioni offensive (7 calciatori in gol) e il numero più alto di giocatori impiegati (22, l'unico mai utilizzato il terzo portiere Vorm).

Dimenticate i fuochi d'artificio di Belo Horizonte, la seconda semifinale di San Paolo, giocata a lungo sotto la pioggia, appare più equilibrata e bloccata. Troppo alta la posta in palio e così il match scivola via senza grandi emozioni fino all'epilogo quasi scontato dagli undici metri per quello che si vede in 120 minuti tra i più noiosi del Mondiale. La fisionomia dell'Olanda è la solita: squadra che non fa giocare il centrocampo avversario grazie a marcature studiate alla vigilia e che concede poco all'Argentina. I sudamericani esercitano un maggiore possesso palla, ma di occasioni ne creano poche. Non è l'Albiceleste micidiale dei turni precedenti, capace di sbloccare presto il match (ne sanno qualcosa Bosnia, Nigeria e Belgio). Ma non si vede nemmeno l'Olanda travolgente dei secondi tempi (6 reti nei finali di gara).

Per evitare i supplementari servirebbe un tocco di fantasia che non arriva. Messi è prontamente bloccato nelle ripartenze e non gira al massimo, Robben è a lungo un oggetto misterioso anche se proprio sul gong del 90' viene fermato da Mascherano mentre sta per calciare davanti alla porta. L'Olanda gioca poco sugli esterni, anche se dopo una prima frazione sonnecchiosa tenta di alzare un po' il ritmo. A loro volta i terzini argentini mostrano poco coraggio nell'aiutare l'azione offensiva, situazione che permette un lavoro meno difficoltoso ai tre centrali di difesa dell'Olanda. Sabella tenta di dare maggiore peso offensivo alla squadra negli ultimi minuti regolamentari con l'ingresso di Palacio e Aguero, visto che Perez - buon sostituto di Di Maria anche se meno propositivo - e Higuain sono stanchissimi. Ma i cambi non si rivelano azzeccati, alla luce di quanto accadrà, visto che sia l'interista (che manca la zuccata vincente a due passi da Cillessen) che l'attaccante del City non incidono.

All'inizio dell'overtime Van Gaal si gioca l'ultimo cambio (stavolta nessuna sorpresa sui portieri) inserendo Huntelaar per un Van Persie opaco e che in questo mondiale ha dovuto fare i conti con tanti problemi fisici. Quella che si vede nei supplementari è un'Olanda un po' più tonica, nonostante la maratona di quattro giorni prima con il Costa Rica, a dimostrazione della buona condizione fisica con la quale il gruppo orange è arrivata all'appuntamento brasiliano. Ma di occasioni da gol non c'è traccia e così la lotteria dei rigori premia l'Argentina infallibile dagli undici metri.

Il tabellino

Sequenza rigori: Vlaar parato, Messi gol, Robben gol, Garay gol, Sneijder parato, Aguero gol, Kuyt gol, Maxi Rodriguez gol

Olanda:
Cillessen; De Vrij, Vlaar, Martins Indi (1' st Janmaat); Kuyt, Wijnaldum, De Jong (17' st Clasie), Blind; Sneijder; Robben, Van Persie (6' pts Huntelaar). Ct Van Gaal.

Argentina:
Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (36' st Palacio), Biglia, Mascherano, Lavezzi (11' pts Maxi Rodriguez); Messi, Higuain (37' st Aguero). Ct Sabella.

Arbitro:
Cakir (Turchia).

Ammoniti: Martins Indi, Demichelis, Huntelaar.

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