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Al Var dello sport gli arbitri festeggiano la moviola in campo

La tecnologia riduce gli errori determinanti: uno solo a giornata. E i tempi sono accettabili

Al Var dello sport gli arbitri festeggiano la moviola in campo

Milano Mai incontro con i dirigenti arbitrali è apparso trasparente e credibile come quello svoltosi ieri mattina in lega calcio con gli allenatori e replicato nel pomeriggio con i giornalisti. All'ordine del giorno il funzionamento del Var nei suoi primi mesi di sperimentazione online. Rizzoli e Rosetti, capo dell'organo tecnico e responsabile della nuova tecnologia, forti delle statistiche fornite dal provider indipendente Hawk Eye, si sono detti soddisfatti di come stanno andando le cose: «Ma dobbiamo fare meglio per ridurre ulteriormente gli errori, che al momento sono risibili, all'incirca uno a giornata. Prima erano cinque volte di più. I falli sono diminuiti i quasi il 9% mentre i rigori sono aumentati del 5,5%. Il sistema funziona e va incontro al nostro obiettivo di avere un calcio più giusto, con minori sviste, senza disturbare la bellezza del gioco». A questo riguardo il presidente Nicchi ha aggiunto: «Siamo così ben considerati che la Fifa, in caso di utilizzo del Var in Russia, ci ha chiesto quattro arbitri, di cui uno sul campo e tre davanti ai monitor. E, proprio per migliorarci, abbiamo creato un centro pilota a Coverciano dove si riuniranno tutti gli arbitri del Mondiale».

Gli allenatori, assenti Sarri, Mazzarri, Zenga e Di Francesco, hanno concordato che non si può tornare all'antico ad eccezione di Inzaghi: «Sono contrario al Var, ma devo riconoscere che il confronto è stato positivo». Secondo Pioli e Giampaolo, i tecnici dovrebbero avere la possibilità di fare ricorso alla tecnologia. «Ma il regolamento dell'Ifab lo vieta, almeno per il momento», la risposta di Rosetti.

Ed eccoci all'esame degli errori più spinosi. Così Rizzoli: «Nel caso del mani di Mertens in Crotone-Napoli e in quello di Bernardeschi in Cagliari-Juventus, è bene che l'arbitro vada a rivedere l'azione al monitor». Una stoccata a Mariani e soprattutto a Calvarese, i fischietti delle due partite. Il capo della Can s'è anche dilungato sui falli di Perotti (sgambettato da Skriniar in Roma-Inter) e Astori (trattenuto da Spinazzola in Fiorentina-Atalanta), entrambi rimasti impuniti: «Ci vuole maggiore chiarezza nella comunicazione fra l'arbitro in campo e i colleghi al Var. E in ogni caso è preferibile perdere qualche secondo piuttosto che prendere la decisione sbagliata. Diverso il discorso sulla parata di Torreira in Sampdoria-Sassuolo che è sfuggita al Var perché le uniche immagini evidenti, quella della telecamera posta in alto, sono arrivate in un secondo momento». S'è parlato anche del rigore concesso al Genoa nella partita con la Juventus e viziato dal fuorigioco di Galabinov: «In quella occasione il Var non ha seguito tutta l'azione, ma s'è concentrato sul fallo da rigore. Ne faremo tesoro».

E sui tempi d'intervento, apparsi inizialmente inaccettabili? Rosetti ha sottolineato come siano diminuiti fin dalle prime battute: da 1'22 nelle prime 3 giornate a 40 nelle prime 6 con un tempo medio di 40. Più alti i tempi in caso di overrule, cioè con un ribaltamento della decisione presa sul campo: da 2'35 nella prime 3 giornate a 1'40 nelle prime 6 con un tempo medio 1'15. Risibile invece il prolungamento del tempo effettivo, appena 40 in più rispetto al campionato passato.

In complesso il Var ha analizzato 1.078 situazioni (579 reti, 282 casi da rigore e 214 situazioni da rosso) in 210 partite con 60 correzioni di cui 43 analizzate dall'arbitro a bordo campo e 17 decise oggettivamente dal Var: 11 si sono rilevate errate, quasi tutte per falli di mano, e di queste 7 hanno influenzato il risultato.

In chiusura un'annotazione importante di Rosetti: "L'arbitro, non appena entra in funzione il Var, è tenuto a interrompere il gioco per evitare che nel prosieguo dell'azione succedano fatti importanti".

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