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Il Var è già un successo (in Italia) e allungherà la carriera agli arbitri

Allo studio un team di fischietti specializzati, anche se anziani

Il Var è già un successo (in Italia) e allungherà la carriera agli arbitri

Dalle nostre parti il Var è già un mito (zero proteste di allenatori e calciatori), in Germania è invece esploso il primo clamoroso caso di contestazione. Borussia Dortmund-Colonia, finita poi 5-0 è la sfida del pasticciaccio. Breve riassunto: sull'1-0 per il Borussia, palla persa dal portiere del Colonia, Sokratis segna il 2-0 un attimo dopo il fischio dell'arbitro che vede, sbagliando, una spinta. Ricorso alla tecnologia: nessun fallo sul portiere e gol convalidato. Gravissimo errore di scuola: perché tutto ciò che succede dopo il fischio dell'arbitro è da considerare gioco interrotto e perciò non valido. Di qui il ricorso del Colonia per ottenere la ripetizione della partita con gli inevitabili veleni da parte del Borussia («chi perde 5-0 non può attaccarsi a questo episodio»).

Nel campionato di casa nostra uno sfondone del genere non è ancora agli archivi. Anzi la contabilità esibita dalle fonti arbitrali è un vero inno alla tecnologia: 15 errori corretti in 40 partite, per una media di uno ogni 2,7 partite. Inoltre l'iniziativa non procura costi eccessivi alla Lega di serie A. Due cifre su tutte: l'installazione della goal line technology costa circa 250mila euro per stadio, la cabina per il Var (che è sigillata, neanche Rosetti e Rizzoli possono accedervi), 150mila euro per un totale all'anno di 1,5 milioni, il costo di uno stipendio di un calciatore medio di serie A.

Errori. Qualche errore capita anche nel nostro campionato, naturalmente. L'esempio più recente segnalato dagli addetti è di domenica in Milan-Udinese, arbitro Guida, arbitro Var Abisso (per combinazione il fischietto designato per Milan-Spal di mercoledì sera). Giusto intervenire sul primo fuorigioco di Lasagna (immagini nette), improprio intervenire sul secondo fuorigioco di Kalinic (quello del 3-1) perché, se c'è, è di millimetri e in casi come questi il protocollo prevede la correzione solo di «chiaro errore». Inoltre gli assistenti hanno l'obbligo, in caso di posizione dubbia, di lasciar correre per favorire un maggior numero di gol.

Nuova squadra. Ci sono arbitri tra i 22 della Can di serie A più portati di altri a stare dietro il monitor per aiutare il collega in campo, obbligato a rivedere personalmente le immagini (dopo il famoso episodio Irrati-Orsato in Roma-Inter) in due casi specifici: rigore e fallo da espulsione. Per questo motivo l'Aia ha in animo di organizzare una squadra di arbitri esclusivamente Var nella quale chiamare a far parte fischietti a fine attività, rimasti nel giro con incarichi nell'associazione.

Guai tecnici. Può succedere, come a Bologna, che non funzioni il collegamento audio tra arbitro in campo e arbitro Var. A San Siro è accaduto in Inter-Fiorentina con Tagliavento fermo in mezzo al campo ad attendere delucidazioni.

L'accorgimento italiano è il seguente: l'arbitro Var comunica al quarto uomo che a sua volta gira il responso del monitor all'arbitro in campo.

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