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Varane, calcio e rugby per non finire in carrozzina

Il difensore da piccolo rischiò di perdere l'uso delle gambe: "Higuain? In allenamento lo picchiavo..."

Varane, calcio e rugby per non finire in carrozzina

Nell'estate del 2011 Raphael Varane ricevette una telefonata da Zidane. Zizou era stato incaricato dal presidente del Real, Florentino Perez, di convincere il promettente difensore del Lens ad accettare l'offerta della Casa Blanca e a respingere il corteggiamento delle altre quotate pretendenti.

Varane ringraziò Zidane e aggiunse, «ne possiamo riparlare tra qualche settimana? Sto preparando la maturità e la mia priorità adesso è quella di prendere il diploma». Forse fu proprio in quel momento che a Madrid capirono di aver scelto il calciatore e il ragazzo giusto.

Varane, oggi 25enne, originario della Martinica come Herny, Witsel e Zebina, era un buon investimento e le avversità dell'infanzia ne avevano forgiato fisico e carattere. Statistiche di rendimento alla mano, è uno dei migliori difensori centrali al mondo, ma quando aveva 6 anni non sembrava esserci spazio per il gioco del calcio praticato ad altissimi livelli, semmai per una sedia a rotelle. Il piccolo Raphael soffriva infatti della sindrome di Osgood-Schlatter, una patologia che tende a sbriciolare le ginocchia e a costringere chi ne soffre a convivere con dolori lancinanti alle ossa anche per poter semplicemente camminare.

Eppure Varane non si è mai dato per vinto, sapeva che con il trascorrere degli anni la malattia, che colpisce soprattutto l'infanzia, sarebbe forse scomparsa, e per esorcizzarla decise di praticare sia rugby che calcio. «Alla fine ho scelto il pallone perché ipnotizzato dai risultati della Francia di quegli anni. Ma nella mia piccola cittadina di Hellemmes ero tesserato per entrambe le squadre». Varane sognava di emulare le gesta di Laurent Blanc, il suo idolo, e oggi che l'accostamento diventa naturale (anche se in Spagna rivedono in lui Hierro) preferisce spostare l'argomento sulla partita di questa sera contro la Juventus, dove per altro troverà il suo ex compagno di squadra Higuain. «Utilizzavo le maniere forti per fermarlo persino in allenamento. Quando c'è qualcosa in palio diventa ancora più letale», spiega alla stampa madrilena.

Anche se Varane per i tifosi del Real è tutt'altro che uno da maniere forti: lo chiamano «don limpio», per fare il verso alla versione spagnola dello spot italiano del detersivo «mastro lindo» e sottolineare la pulizia stilistica e la correttezza dei suoi interventi difensivi.

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