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Ventura: "Giovane Italia da lanciare e proteggere"

Il ct: "Ragazzi promettenti, ma da noi se sbagliano... Per questo era da evitare l'amichevole con i tedeschi"

Ventura: "Giovane Italia da lanciare e proteggere"

Firenze Potranno dire di tutto di lui, ma non che non sia schietto. Ieri in aula magna a Coverciano, il Ventura-pensiero ne ha risparmiati pochi. Senza la presunzione del maestro, il tecnico azzurro ha comunque espresso le sue bocciature. A cominciare dall'amichevole con la Germania della quale avrebbe fatto volentieri a meno, per arrivare a Balotelli («due mesi non bastano a cambiare la storia»), passando per un campionato «tra i meno straordinari degli ultimi anni«.

Cominciamo con il Liechtenstein: «Con la Spagna prima di crollare è stato in partita fino al 65'. È una qualificazione, gara da vincere e se ci riesci è normale. Però io vittorie nel calcio prima di scendere in campo non le ho mai viste». Dopo arriverà la Germania: «Sono sincero - spiega Ventura - avrei preferito un'amichevole di spessore diverso. Non mi pare l'occasione ideale per un giovane, visto che in Italia se un ragazzo sbaglia poi paga pegno. È come iscriversi all'università e dare subito la tesi senza sostenere esami. Per noi ora la Germania è la tesi». Un siluro alla Federazione, ma si fa fatica a dar torto a Ventura. Si organizzano dibattiti e simposi in Italia, fiumi di parole per i giovani a cui il nostro pallone dovrebbe offrire più spazio e poi si mandano all'assalto con la baionetta, quando di là ci sono i cannoni. «La strada verso il cambiamento è accelerata in virtù delle tante defezioni che abbiamo avuto. Ho chiamato 29 giocatori perché stavolta eccezionalmente avrò 4 giorni pieni a disposizione per lavorare. Per un club sarebbero pochissimi per l'organizzazione di gioco, mentre per la Nazionale sono tanti. Abbiamo una generazione di ragazzi di prospettiva, ma devono crescere. Non mi interessa quando saranno pronti, essenziale che lo siano quando saranno chiamati in causa».

Si passa al campionato: «Non credo sia il migliore degli ultimi anni Non c'è continuità, Juve a parte. Ora la sta trovando un po' la Roma che però prende tre gol a Torino Se vuole lo scudetto deve vincere partite come quelle di Empoli: Spalletti lo ha spiegato bene. Come il Milan che sogna, poi va a Genova e perde. Dal punto di vista della spettacolarità non è un torneo da ricordare». Elogia Allegri: «Fa bene a sorridere quando gli parlano di bel gioco. Per lui è l'ultimo dei problemi perché la Juve vince sempre».

Pillole sui singoli: «Balotelli? La sua qualità è certa, ma non mi pare che sia mai stato discusso per quella, bensì per altri motivi. Non credo che in due mesi si cambi la storia di una persona, ma ci parlerò e capirò la sua voglia di mettersi in discussione». Quindi Verratti: «Ha 22 anni, è un capitale azzurro, ma anche lui ha bisogno di tempo prima di gestire la Nazionale». Pellè ancora in castigo: «In Nazionale non si chiude definitivamente a nessuno. Ho detto che deve riflettere, per questo non l'ho convocato». Zazza e Gabbiadini: «Attraversano un periodo difficile, ma noi siamo qui a dar loro una mano, voglio recuperarli (nel tardo pomeriggio Gabbiadini ha lasciato il ritiro per i postumi dell'infortunio in Napoli-Lazio)». Astori bravo: «È un esempio di professionalità e qualità. Bernardeschi con il 4-2-4 avrà le sue possibilità, come un giorno spero Berardi, Verdi e El Sharaawy. Ma per adesso non abbandoniamo il 3-5-2 perché lo conosciamo troppo bene».

Ventura lo schietto.

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