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La verità di Sara Errani: "Macché doping, scritte cose ridicole"

La tennista italiana risponde alle accuse di doping in una conferenza stampa. "Il letrozolo non è uno steroide, ma un inibitore. Non ho fatto niente di male"

Impresa Errani contro la Williams
Impresa Errani contro la Williams

Sono state scritte cose "che vanno dal ridicolo all'assurdo facendo disinformazione. Il letrozolo non è uno stimolante ma è un inibitore, non è una sostanza dopante per le donne". Così la tennista Sara Errani spiega la sua positività al letrozolo e la squalifica di due mesi decisa dal Tribunale indipendente della Federazione internazionale di tennis (Ift). La sostanza sarebbe stata assunta in modo accidentale: una pillola del farmaco che la madre Fulvia assume per scongiurare recidive tumorali sarebbe finita nell'impasto dei tortellini.

L'atleta bolognese ha convocato una conferenza stampa per raccontare tutta la vicenda dal suo punto di vista. All'inizio Errani ha parlato testualmente di "accidentale contaminazione del cibo consumato all’interno della nostra casa. Ipotesi supportata dal test dei capelli". Secondo la tennista, il letrozolo non migliora le performance delle tenniste.

"È una sostanza dopante per gli uomini. Il motivo principale per cui viene usato è perché contrasta gli effetti collaterali di altri prodotti dopanti come steroidi anabolizzanti, e non copre. Gli uomini lo usano per contrastare la crescita del seno", ha spiegato Sara facendo riferimento a uno studio di un dottore di Sydney, già citato in un post pubblicato su Twitter.

La tennista bolognese, che sapeva di essere indagata dall'Ift da diversi mesi, ha deciso di "continuare a giocare perché sapevo di non aver fatto niente di male". Si tratta di "una vicenda che ho vissuto male, un momento difficile sia per me che per la mia famiglia. Per la sentenza, sono loro che devono giudicare, io gioco a tennis".

Errani ha aggiunto di essere stata sottoposta a esami supplementari per accertare l'uso sistematico o meno della sostanza incriminata.

"I test sui capelli, negativi i miei e positivi quelli di mia madre, sono stati ammessi come confronto tra uso occasionale e uso cronico. Il test non è stato ammesso perché presentato in ritardo rispetto ai termini. Ogni centimetro corrisponde a un mese per la sostanza dopante.

Si può risale all’assunzione andando a ritroso sui capelli", ha concluso la tennista.

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