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Verratti sceglie Raiola: allora aveva ragione Mino?

Criticato da tutti per la trattattiva Donnarumma, ha conquistato la fiducia di un altro campione

Verratti sceglie Raiola: allora aveva ragione Mino?

Ad un certo punto ci hanno fatto sapere che Raiola aveva perso: il super procuratore dei calciatori aveva clamorosamente toppato, sperando di spostare Gianluigi Donnarumma da un Milan che non gli prospettava un rinnovo di contratto come Mino comanda. E d'altronde: l'uomo che per tutta la carriera ha accompagnato in giro per l'Europa uno come Zlatan Ibrahimovic (magari conoscete il suo caratterino...), con il quale è sempre stato legato da una stretta di mano riavendone in cambio milioni di provvigioni, stavolta aveva sbagliato i piani: in pratica appunto aveva perso la partita.

L'altra faccia della storia racconta che poi in effetti Donnarumma è rimasto al Milan, ma se proprio vogliamo leggere com'è andata a finire, qualche dubbio viene: un contratto da 6 milioni a stagione per un portiere diciottenne - fenomenale, ma sempre diciottenne -, e l'assunzione come secondo del fratello Antonio che da estremo difendere dell'Asteras Tripolis (sì, è una squadra greca) si ritroverà a fianco di Gigio con un milione di stipendio in banca (sì, un milione). Per carità, il Milan ci ha fatto sapere che ad Antonio avevano già pensato da tempo, ma intanto il nostro Mino si è portato a casa l'intera famiglia Donnarumma, con la quale dicevano fosse in crisi. E naturalmente le voci che raccontano pure di una percentuale a suo favore sulla futura rivendita del portiere titolare, fissata a 75 milioni almeno, sono solo leggende di calciomercato. Intanto Mino, quello che ha perso, se n'è tornato a Monte Carlo dove vive con moglie, figli, Bentley e Ferrari. E dove se lo incontrate - magari allo Yacht Club - si ferma gentilmente a scambiare quattro chiacchiere.

Monte Carlo è la sua casa, il mondo (del calcio) il suo regno: magari questa volta gli sarà andata male, ma ad esempio l'anno scorso riuscì a riportare Pogba dalla Juventus al Manchester United, che dopo averlo lasciato andare anni fa a 0 euro se l'è dovuto ricomprare a 105 milioni, 27 dei quali - si è saputo poi - se ne sono andati nelle tasche di Mino. E vogliamo parlare del rinnovo di Balotelli al Nizza?

Lui comunque alle critiche arrivate dai capi del calcio per il suo strapotere, risponde che non capisce il problema: «Io lavoro per far contenti i miei assistiti. E di solito alla fine di un affare sono contenti anche quelli che vendono e quelli che comprano». Tutto vero, basta chiederlo ad esempio a tutti quelli che gli hanno stretto una mano e che ad ogni sessione di calciomercato aspettano fiduciosi un contratto o un rinnovo: se ne contavano fino all'altro giorno 48, tra famosi (tipo Lukaku, Matuidi, Maxwell, Bonaventura) e molto meno. Sono diventati 49 perché all'improvviso Marco Verratti - che il Barcellona vorrebbe strappare al PSG pagandolo oro - ha mandato un tweet: «Da oggi la persona che mi rappresenta è Mino Raiola».

A questo punto forse viene da chiedersi il senso di certe sconfitte: a Parigi, per esempio, lo stanno già facendo.

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