Sport

Vettel & C, i piloti si ribellano a Ecclestone. Forse

Lettera aperta dell'associazione dei driver: "Dannose decisioni come il cambio pole. Circus vecchio e da riformare. O il futuro è a rischio"

Vettel & C, i piloti si ribellano a Ecclestone. Forse

Che sia la volta buona? Che finalmente, scossi dal dilagare della formula fessi, si siano destati e da impiegati del rischio i piloti vogliano tornare ad essere i cavalieri del rischio di un tempo che fu? Se non in pista, almeno nel far valere le proprie ragioni? La lettera aperta di ieri lo fa pensare. Anche se qualcosa non torna.

La fatal Melbourne comunque ha colpito. E non c'entra il botto di Alonso. C'entra che la misura è colma, troppe le idee balzane partorite in rapida serie da chi governa questo sport; e troppi i segnali che anche un uomo come Ecclestone, a cui la F1 deve molto, segni ormai il passo. La F1 vuole rivolgersi ai giovani, ma la comanda un ottuagenario che per forza di cose vede il pubblico giovane come un nonno i nipotini. Manca la voglia di educare nuove generazioni di appassionati. Si vive alla giornata. Un mese prima del via al mondiale, Ecclestone disse «poco show, non pagherei il biglietto per portare la famiglia a vedere un gp». Il che sa di harakiri della F1. Poi ha aggiunto «vorrei qualifiche a griglia invertita» e questo sa di barzelletta. Quindi ha condizionato F1 commission, Strategy group e di fatto anche il Consiglio mondiale che hanno votato il cambio pole. Niente di losco. Solo che il suo parere pesa. Questione di interessi e diritti e spartizioni di ricavi che vedono tutti (team compresi) più o meno legati fra loro. Fatto sta, ecco le qualifiche a eliminazione andate in scena a Melbourne. Talmente a eliminazione che a 5'' dalla fine non c'era più un'auto in pista. Dal Bahrein già si cambia, si torna indietro. Ma che figura. Da qui i piloti apparentemente coraggiosi e la loro lettera aperta di ieri. «Il processo decisionale è obsoleto e mal strutturato, le recenti modifiche al regolamento mettono a repentaglio il futuro, serve una riforma della governance che rifletta i principi e i valori fondamentali della F1».

Così Jenson Button, Sebastian Vettel e Alex Wurz, cioè gli uomini al vertice della Gpda, l'associazione dei piloti. Segue appello a team e ai vertici del Circus (per cui soprattutto Ecclestone) a «prendere in considerazione la ristrutturazione della propria governance... Le direzioni future e le decisioni che verranno prese... sportive, tecniche oppure orientate al business, dovrebbero essere basate su un piano preciso, che rispecchi i principi fondamentali della F1...». E fin qui tutto bene. Solo che poi aggiungono: «La F1 dovrebbe essere la casa solo per i migliori team, piloti e circuiti, con partner e fornitori adeguati a un campionato di élite». E qui, purtroppo, viene il dubbio che dietro i piloti ci siano gli stessi team. Tanto più che poi concludono: «Questa lettera non deve essere vista come un attacco irrispettoso». Forza, su, siate cavalieri. Non impiegati. Avanti fino in fondo.

Ma solo per voi stessi.

Commenti