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Vettel ha vinto il suo Gp: è sano e salvo

Gomme di burro ma azzardo Ferrari. Scoppia quella di Seb e addio podio: "Se fosse successo 200 m prima sarei stato fottuto"

Vettel ha vinto il suo Gp: è sano e salvo

Sebastian Vettel ha vinto il Gran premio del Belgio. Di più. L'ha dominato. Seb Vettel ha stravinto tutto. Ha stracciato la concorrenza. Ha trionfato e fatta sua la gara più bella e importante e spettacolare, unica, rara, preziosa che ci sia: la gara della vita. Seb è vivo. Seb è intero. Seb ieri sera era già da moglie e figlia. Gomma scoppiata, la posteriore destra. A un giro e mezzo dalla fine. A undici chilometri da un podio rimasto chimera. Soprattutto, gomma scoppiata duecento metri dopo la compressione dell'Eau Rouge e la salita del Radillon affrontate a 320 all'ora. Il punto più pericoloso del circuito che, essendo la pista più pericolosa di tutte, per la proprietà transitiva del rischio è anche il posto più pericoloso che ci sia per un pilota.

Con Seb vittorioso nel Gp della vita e il solito Hamilton vittorioso in pista, trionfo numero 39, il sesto dell'anno, di nuovo davanti al tramortito Rosberg, ha vinto anche Maurizio Arrivabene, gran capo Ferrari. Che ha nel cognome un lasciapassare ma ieri l'ha messo parecchio a rischio. Se Vettel si fosse spatasciato per aver rischiato la strategia su una sosta in meno sapendo delle gomme burro di Pirelli e dopo l'avvertimento arrivato in pista venerdì con lo scoppio sulla Mercedes di Rosberg, ecco, Arrivabene e i suoi consiglieri sarebbero stati oggi crocefissi in sala mensa a Maranello. Dure le parole a caldo rivolte dal boss della Rossa alla Pirelli senza citarla. «Seb ce l'avrebbe fatta» ha detto, «è difficile fare un commento nel momento in cui sei sul podio e per una scemenza, una foratura, ti ritrovi improvvisamente giù...». Addirittura furiose quelle di Vettel: «È successo qualcosa di inaccettabile come venerdì a Rosberg. Non ho forato, è la gomma che è esplosa... Fosse accaduto qualche metro prima sarei finito contro le barriere all'Eau Rouge e sarei stato fottuto. Cos'altro deve accadere perché si faccia qualcosa? Tutte le volte, anche per Rosberg, la colpa viene data a un detrito. Ma lui ha detto che non era andato fuori pista, per cui...».

Sfoghi sacrosanti, ma resta il fatto che anche i bimbi in F1 sanno che con i polimeri show imposti da Ecclestone, accettati da anni dai team, Ferrari compresa, questo pericolo è dietro l'angolo se non si usano le gomme come da prontuario fornito dalla stessa Pirelli. Per rendere l'idea, se non lo si fa, succede come a noi pincopalla della vita quando decidiamo di attraversare la Manica su un canottino comprato all'iper. Va bene per arrivare alla boa di Riccione, non oltre. Si sa. È scritto nelle istruzioni alla voce “gomme di burro che durino non troppo per fare sorpassi e show”.

Fermo restando che ci sta che la Pirelli sia di nuovo nell'occhio del ciclone, stavolta ci sta di più che le faccia compagnia la bella Rossa. Forse l'unico incolpevole è proprio Seb Vettel. Perché è nel dna dei piloti provarci fino all'ultimo. Semmai dovrebbero essere gli altri a dirgli lascia stare, non si fa, è pericoloso. Perché i rischi in F1 si devono prendere ma non devono essere rischi stupidi. Se in Bahrein con ampi spazi di fuga è plausibile osare qualcosina in più visto che mal che vada si finisce insabbiati, su una pista storica e mito e incastonata fra i pini delle Ardenne è meno consigliabile. «Non siamo né stupidi né pazzi», si difenderà poi Arrivabene, «era una strategia basata su dati e decisa la mattina e in ogni team c'è un ingegnere Pirelli... non è mica lì a far niente». Fatto sta, il boss della Mercedes che non è né stupido né pazzo ma furbo come una volpe nonostante il cognome da lupo, Wolff, non ha perso occasione per battere la Ferrari anche a parole. «Non è un problema di Pirelli, sul manto c'è molto carbon e questo complica l'usura (l'asfalto diventa molto abrasivo, ndr)... Anche noi ci eravamo chiesti se fosse possibile fare una sola sosta, ma ci siamo detti no... meglio di no».

Quanto alla Pirelli stessa, un frastornato Hembery si è comunque difeso bene dall'assalto del duo ferrarista Arrivabene-Vettel, forse perché ormai allenato a certi botti (a Silverstone 2013 fu un festival) e risposte. Per cui non è rimasto sulle tele all'ultimo giro e ha più o meno detto che colpa ne abbiamo noi se «la Ferrari fa otto giri in più rispetto a tutti gli altri team...» e questo scoppio «è stato causato dall'usura, non da un detrito come quello di Rosberg venerdì...».

Oddio, qualche colpa ce l'hanno visto che si tratta di scoppi diversi ma resta indifendibile, in entrambi i casi, lo sfilacciamento visto in mondovisione del pneumatico trasformato in spaghettini. Però la frittata l'ha fatta la Rossa. E Seb ha vinto il suo Gp.

Quello più importante di tutti.

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