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Vettel: "Sono parte del team e voglio rimanere a esserlo"

Il pilota tedesco, in partenza da Suzuka, ha rimarcato l'affezione verso la scuderia nonostante gli evidenti problemi interni.

Vettel: "Sono parte del team e voglio rimanere a esserlo"

Sebastian Vettel non molla: più uomo squadra persino di Maurizio Arrivabene, ha rinnovato la fiducia in Maranello e negli uomini che lo circondano.

Intervistato dalla testata tedesca Auto Bild, il campione di Heppenheim ha dimostrato di saper gestire la difficile situazione nonostante gli anni di attesa per poter vincere. Una pazienza che Alonso non aveva avuto con Ferrari e tantomeno con Honda.

“Sono parte del team e voglio rimanere a esserlo. Penso che abbiamo parecchio potenziale. Certo, le ultime corse non sono andare bene per noi. Abbiamo che fosse troppo facile per la Mercedes. Ma nonostante tutto, lo spirito all’interno del team è buono”.

E ancora, riferendosi al mondiale quasi al termine: “Quando arrivo nel garage i ragazzi sono ancora infervorati. Cosa abbiamo da perdere? Diamo tutto e ci sono ancora molte cose importanti che stiamo imparando sulla macchina. Facciamo del nostro meglio per difenderci".

In questi ultimi gran premi Vettel ha sbagliato come la sua squadra, anche per colpa della squadra: il nervosismo per alcuni errori del muretto, la foga nel voler recuperare subito, lo hanno portato a ragionare in modo non lucido. E a commettere imprecisioni fatali, a Monza come in Giappone.

Il titolo è ormai praticamente perso, ma come Schumacher in questo momento Sebastian sembra capire quale sia divenuto il nodo chiave: mantenere la coesione di una scuderia in difficoltà conclamata.

Non solo in ottica 2018, ma soprattutto 2019: molte testate europee stanno sviscerando con chirurgica dovizia la lotta interna tra Arrivabene e Binotto. I piani di Marchionne, che vedevano nel tecnico il giusto avvicendamento per l’attuale dirigente di Brescia, paiono saltati con l’arrivo dell’amministratore Camilleri.

L’amicizia tra i due forgiata in Philip Morris, sta fisicamente mandando in fumo la lucidità nel portare a termine quel piano di ristrutturazione che aveva reso Ferrari la prima forza nella Formula 1 2018: i rimandi, le cattive gestioni (si veda Raikkonen e le modalità nel comunicargli le decisioni prese sul suo futuro) hanno in meno di due mesi rovinato quello che poteva essere, dopo 11 anni, l’anno del trionfo.

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