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Tripletta del cileno Vidal: la Juventus spera ancora

Champions, il Copenaghen mette un brivido, poi è spazzato via. Galatasaray sorpassato, si deciderà tutto a Istanbul

Tripletta del cileno Vidal: la Juventus spera ancora

nostro inviato a Torino

Chiamatelo mister rigore. Re Arturo Vidal aggiunge un titolo nobiliare calcistico a quello già riconosciuto. Tripletta ieri sera per affondare i danesi e risollevare la Juve, due reti dal dischetto che fanno quattro su rigore in questa sua Champions (più uno in campionato). Poi ha variato sul tema, ma ormai le paure erano passate. La Juve ringrazia dopo aver atteso un po' troppo per stendere il Copenaghen. Signora che ritrova un domani e scorda, forse, il passato. Ora restano da passare le colonne di Istanbul: basta un pari ma non sarà facile. Meglio aggrapparsi ai soliti noti. Vidal capocannoniere della squadra, Llorente che anche ieri ha lasciato il segno, Pogba che mette peso nelle sue giocate. Questa è la Juve che comanda, poi c'è quella degli artisti. Ed anche quella di qualche santo protettore. Per esempio, nel mezzo del cammino di una sera gelida, e che si stava prospettando calcisticamente noiosa, la mano santificata (dagli juventini ovviamente) di Lars Jacobsen ha provveduto a togliere tutti dall'impaccio e dall'impiccio. La Juve ha trovato il primo spiraglio per la sua partita, il pubblico ha provato il brivido dell'emozione, non solo quello del freddo, ed anche la gente delle curve ha potuto sfogare in altro modo il suo assetto polemico. Intanto che nessuno tirava in porta, che la Juve che giocava la partita con sospettosa flemma, quasi attendesse l'errore avversario, gli ultras hanno calato striscioni polemici contro la chiusura delle curve. ”Curve chiuse. Ma senza di noi l'unica bolgia è al buffet”, il più divertente. E a seguire i soliti inesorabili cori razzisti che provocheranno altre chiusure.

Ecco, ma il tanto non poteva bastare. Serviva lo spettacolo sul campo e la Juve fortificata a centrocampo con Padoin e Asamoah sulle fasce, Caceres in difesa e Ogbonna in panchina (a dimostrazione che convince poco) ha faticato ad infilare azioni pericolose. Tevez è sgusciato in area un paio di volte, Pogba è stato il primo a provare il tiro da lontano, ma la sparata pareva quella di una pistola ad acqua. Per farsi intendere, il ritmo di Pirlo era superiore a quello di molti suoi compagni. E nemmeno dire che i danesi si siano presentati agguerriti e forsennati. Sembravano sparring partner, ma la partita dell'andata non deve essere stata mai dimenticata dalla gente di Conte. Dunque Juve frenata fin alla mano santa di Jacobsen, che ha toccato il pallone in contrasto con Pogba. Azione da gioco oratoriale, ma sempre rigore che Vidal ha realizzato, sbloccando risultato e gioco bianconero.
Poi, certo, i tiri in porta non sono stati così numerosi e pericolosi. La Juve ha continuato a cercare la testolona di Llorente, Pirlo ha provato punizioni ad effetto mosceria. Pogba ha calciato l'ultima palla del primo tempo in una percussione realizzata in coppia con il vispo Asamoah: bella l'azione, fuori il tiro. Juve spesso a salve, c'era da attendere.

Partita di strani contrasti: Juve certamente superiore agli avversari, padrona del campo. Ma poi….è bastato un molliccio accartocciarsi in area per subire il pareggio, dopo 10 minuti della ripresa. Vidal respinge male una palla che balla in mezzo alle gambe, ed ecco calciare il barbuto Mellberg nella parte dell'ex che non perdona. Brivido, questo sì.
Buon per la Juve che il tipo abbia avuto immediato senso di colpa e, dopo 5 minuti, abbia agguantato Llorente in area per restituire il favore: rigore che Vidal ha tramutato in gol, con bel rasoterra. Da quel momento la Juve si è definitivamente accesa, basta dormite. Ed, infatti, poco dopo re Arturo ha voluto confezionarsi la notte della glorificazione con un prezioso pallonetto di testa (assist di Pogba) che ha lasciato di sale Wiland, gelato i danesi e riscaldato tutti i cuori juventini.

E magari il loro futuro.

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