Sport

Villar Perosa rito immutabile anche nell'era della fantaJuve

di Tony Damascelli

È cambiato tutto: la sede, lo stadio, le maglie, le tute, il logo, i palloni, l'inno. Villar Perosa no. Quella è rimasta uguale, dai favolosi anni Sessanta a oggi. C'era la Riv, fondata da Giovanni Agnelli e Roberto Incerti, era la fabbrica di cuscinetti a sfera. C'era e c'è il Castello, la dimora degli Agnelli. C'era il Grande Albergo, dove per tre settimane la Juventus prese a ritirarsi, prima del campionato, allenandosi sui campi della Riv suddetta, poi diventata Skf. Un gruppo di boys scout, gavettoni, scherzi goliardici, poi spuntava Boniperti, con la sua ventiquattro ore che, in verità, era smentita, perché bastavano due, tre ore al massimo per costringere i dipendenti a sottoscrivere il contratto. Era il regolamento dell'azienda; negli anni Sessanta, dalla direzione in galleria San Federico, partiva una raccomandata indirizzata ai calciatori che non avevano ancora firmato il nuovo contratto. Una fabbrica, una ditta.

Villar Perosa era il rifugio estivo, obbligatorio, in omaggio ai padroni, dopo le vacanze. Gli Agnelli si divertivano a parlare con i loro giocattoli, Gianni, l'Avvocato (nella foto col figlio Edoardo e Trapattoni), innanzitutto, scendendo dall'elicottero, direttamente ai bordi del campo di allenamento, si accomodava in panchina, con altri della sua corte, seguendo l'esibizione dei titolari contro i ragazzi del settore giovanile, rilasciando frasi del suo esclusivo repertorio che facevano titolo, sommario e didascalia.

La partita era finta ma bastava ad accontentare il popolo, spesso veniva interrotta per pacifica invasione, corsa alla maglietta, al calzoncino, alla canottiera. C'era, poi, la visita alla villa, i calciatori bianconeri alla scoperta della reggia e del parco «grande come tutto il mio paese», disse Moreno Torricelli da Erba. Canicola e folla, cartoline con l'autografo, code chilometriche lungo la val Chisone, promesse e premesse di una stagione da mille. Qui era l'esordio, qui la prima uscita. E' cambiato tutto, viaggi in America, aerei privati, pullman variopinti, fisioterapisti, staff medici, procuratori. Ma Villar resiste a tutto e a tutti. Ieri, apriva.

Oggi, chiude.

Commenti