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Vincenzo: «Ok il podio a Parigi e a Londra m'invento qualcosa»

Se l'Italia intera ha applaudito i ragazzi di Cesare Prandelli che hanno ottenuto il posto d'onore agli europei di calcio, è giusto festeggiare anche il podio conquistato da Vincenzo Nibali nella corsa a tappe più dura e importante del mondo. Battuto da due inglesi che questo Tour l'avevano messo in cassaforte già alla nona tappa, giorno della cronometro di Besancon. Lì Wiggins vince e si veste di giallo, il suo compagno di squadra Froome paga solo 35", ma per colpa di una caduta nella prima tappa di Seraing perde 1'25" che gli saranno fatali.
Questo per dire che cosa? Che Nibali ha tenuto viva una corsa già abbondantemente chiusa. L'unico capace e in grado di creare qualche grattacapo al Team Sky. Avrebbe voluto fare qualcosa anche ieri, nell'ultima tappa pirenaica, ma la sfortuna ci ha messo lo zampino.
«Onore al merito: Bradley (Wiggins, ndr) ha meritato questo Tour e Chris in salita è stato davvero pauroso - dice il siciliano -. L'hanno visto tutti, ha corso con il freno a mano tirato. Senza quella caduta nella prima tappa, non so come sarebbe andata a finire. Ad ogni modo, io guardo a casa mia e posso solo dire che questa ultima tappa sui Pirenei è stata molto dura. Non ero al massimo, non sono mai stato brillantissimo, ho sempre subito la corsa. Ho faticato tutto il giorno, ma dovevamo mantenere il ritmo alto perché a me stava bene così. Il pensiero iniziale era quello di puntare alla tappa, mi sarebbe piaciuto molto suggellare questo Tour con una vittoria, ma avevo un piccolo problema muscolare e alla fine va bene così».
Sorride poco, Vincenzo, orgoglioso com'è avrebbe voluto far faticare fino all'ultimo quei due là, invece è stato lui a dover rallentare il passo.
«Mi faceva male il polpaccio e non sono riuscito a forzare come avrei voluto. Mi sono solo difeso con i denti, per non precipitare. Il bilancio? C'è rammarico per il risultato ma il podio resta a portata di mano ed è questo che conta. Nel 2009 ero venuto qui al Tour e avevo ottenuto un 7° posto, l'importante è migliorarsi, e io ci sono riuscito. Al mio attivo ho una Vuelta, un secondo e un terzo al Giro e ora intravedo un terzo al Tour. La mia stagione è stata importante. Ho cominciato a vincere in primavera. Primo alla Tirreno, terzo alla Sanremo, secondo alla Liegi: insomma, io ci sono sempre. Ci sarò anche a Londra per correre la prova in linea. Non è un percorso adatto a me, ma quando io mi metto il numero sulla schiena, qualcosa invento sempre.

Sarà anche l'Olimpiade, ma non corro mai solo per partecipare».

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