Sport

Il viola Salah: l'antisionismo vale meno degli ingaggi

Il viola Salah: l'antisionismo vale meno degli ingaggi

Ci sono le opinioni politiche, e poi ci sono i soldi. Tanti, nel caso di un calciatore di talento quale l'egiziano Mohamed Salah, nuovo arrivato in casa Fiorentina. Le sue idee le abbiamo conosciute tutti nel giugno 2013 quando giocava nel Basilea e, nel pre-partita del preliminare di Champions contro il Maccabi Tel Aviv, si rifiutò di stringere la mano agli avversari, preferendo rimanere a bordocampo ad allacciarsi le stringhe. Gesto simbolicamente ripetuto (al posto delle stringhe ci fu il pugno chiuso offerto agli israeliani) nel match di ritorno in Israele, anzi «Palestina» - ipse dixit - «così si chiama quel paese, e io ci vado per segnare e vincere, affinché la bandiera sionista non sventoli in Champions».

Accade poi che in Champions ci va davvero il Basilea, Salah ai gironi stende due volte il Chelsea e a gennaio sono proprio i Blues a bussare alla porta degli svizzeri. L'affare viene chiuso a 13 milioni di euro (1.2 in più di quanto pagato un anno prima dal Bayern Monaco per Shaqiri, del quale l'egiziano aveva preso il posto nel Basilea), con Salah che firma un quadriennale da 2 milioni a stagione. Piccolo dettaglio: il boss del Chelsea, Roman Abramovich, discende da una famiglia di ebrei russi ed è uno strenuo sostenitore dello Stato di Israele. Ma non risulta che Salah si sia chinato ad allacciarsi le scarpe quando si è trovato di fronte il suo nuovo datore di lavoro. Come sempre, pecunia non olet.

Contraddizioni e polemiche a parte, Salah quei soldi se li è meritati tutti, perché è un signor giocatore: esordio pro a 15 anni (più giovane debuttante di sempre nel campionato egiziano), bronzo al campionato under 23 africano nel 2011 (Egitto riportato alle Olimpiadi dopo 20 anni di assenza), miglior giovane talento africano 2012, a Basilea è diventato un giocatore completo sotto la guida di Murat Yakin, che lo ha impiegato come ala, trequartista, seconda punta e anche falso nove. 20 reti in 35 presenze nell'Egitto dimostrano che anche il problema della scarsa freddezza sotto porta, uno dei suoi principali difetti nei primi anni di carriera, è stato risolto. Un ottimo acquisto per la Viola.

E per gli antisionisti.

Commenti