Sport

Viviani perde la volata. E Froome rischia di perdere la carovana

L'inglese attardato all'antidoping l'altra sera sull'Etna, ha preso al volo l'ultimo traghetto

Viviani perde la volata. E Froome rischia di perdere la carovana

Praia a Mare Velocità e lentezza. Azione e riflessione. Mobilità e mugugni. Sono questi gli elementi di contrasto di questo inizio Giro, che ieri ha premiato la velocità di Sam Bennett sul nostro Elia Viviani (terzo Bonifazio, quarto per Modolo) ed evidenziato la lentezza nei trasferimenti: sempre troppi. «Non ero super, mi sono perso un po' nel finale, e nel momento clou le gambe non mi hanno accompagnato», ha spiegato con assoluta sincerità l'oro di Rio.

Di umore ben diverso Bennett, il quale ha centrato ieri il primo successo in un grande giro, e ha regalato al ciclismo irlandese una vittoria che mancava dal 1987: crono di St.Vincent con Stephen Roche. «Era difficile prendere la ruota di Viviani, tutti lo curavano, ma questa volta ce l'ho fatta e ho vinto davvero bene: sono felice».

Velocità e lentezza: nei trasferimenti. L'altra sera, all'Osservatorio Astronomico, Chris Froome ha rischiato davvero di vedere le stelle, perché sull'Etna stava già calando la notte, anche se le nuvole basse hanno impedito al britannico di godere almeno dello spettacolo. Ha rischiato anche di perdere il traghetto, che da Messina ha trasferito la carovana rosa a Reggio.

In verità il team Sky, come del resto la UAE di Fabio Aru, aveva predisposto già tutto per ridurre i tempi: con l'elicottero. Aru e compagni hanno fatto in tempo a prenderlo: in 25 minuti dal vulcano sono volati a Palmi, in Calabria.

Il britannico, vincitore del Tour, è stato invece rallentato all'antidoping per l'impossibilità di espletare le sue funzionalità corporee necessarie a riempire gli appositi boccettini da mandare in laboratoro. Quando non scappa è un problema, perché poi a scappare è l'elicottero, che difatti non l'ha atteso.

Froome è uscito dal van dell'antidoping alle 19.30. «Mi sono fermato a fare pipì a 30 chilometri dall'arrivo. Farla adesso è stata un'impresa», ha spiegato trafelato il capitano di Sky. Dopo la corsa, di corsa scortato dalla Polstrada: per non perdere il traghetto. Deve anche scendere dall'ammiraglia, per completare la sua ricorsa a piedi. Sale per un soffio. Arriva in albergo a Bagnara Calabra abbondantemente dopo le 23. Giornata lunga, interminabile. Capita, anche se gli è capitato nella tappa meno raccomandabile. E tutto questo non è però imputabile minimamente agli organizzatori.

Ai suoi colleghi, però, non è andata tanto meglio. «I grandi giri premiano chi ha doti di recupero, dovrebbero però farci recuperare», dice laconico Alessandro De Marchi, friulano della Bmc, che agli organizzatori manda un messaggio più che chiaro.

Per la cronaca, la tappa - priva di difficoltà - è stata caratterizzata dalla fuga a tre promossa da Davide Ballerini, Markel Irizar e Maxim Belkov, ripresi a 15 km dal traguardo. Ovviamente nessuna novità: Simon Yates è restato in maglia rosa, con 16 su Dumoulin.

Oggi si torna a salire: da Praia a Mare a Montevergine di Mercogliano.

Commenti