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Casa Marquez, sesta vittoria Usa

Dopo il passo falso in Qatar, trionfo in solitaria del campione. Dovi con la Ducati e Rossi sul podio

Casa Marquez, sesta vittoria Usa

Marquez torna padrone nella sua seconda casa, sesta vittoria in MotoGp. Il cannibale vince ancora ad Austin, vince ancora negli Usa e si mette alle spalle il Qatar. Prova di forza per il due volte iridato della MotoGP che detta legge e come spesso accaduto l'anno scorso ha lasciato agli altri la lotta per il secondo posto. Marquez sì, ma ancora grande Italia vedi la Ducati del Dovi e Rossi. Perché è stata battaglia tricolore, remake di quella nel deserto di due settimane fa. Allora valeva la vittoria, stavolta i due gradini bassi del podio. Diverso anche l'esito con Dovizioso che batte Rossi e non si fa beffare. Il dottore si consola mantenendo la testa del mondiale, per un punto sullo stesso Dovi e per cinque su Marquez. Primi indizi iridati: duello tra Honda e Yamaha, ma Ducati terzo incomodo che più scomodo non si può.

Quindi copione rispettato per una gara in cui Marquez era favoritissimo; un'eccezione i primi tre giri quando a menare le danze è stato Dovizioso, perfetto al via. Poi Marquez ha iniziato a cavalcare la Honda nella sua Austin dove ha sempre vinto e nessuno gli ha resistito. Dietro la corsa degli altri, o meglio degli italiani. Vale ha provato tre, quattro, cinque volte il sorpasso, poi ha piazzato l'affondo sul Dovi che ha provato a restituire il colpo. Per millimetri i due non si sono toccati, il Dottore ha avuto la meglio, ma non ha potuto resistere la seconda volta complice una gomma anteriore in crisi, che gli ha impedito poi di replicare. Da dietro è risalito forte l'altro ducatista Iannone che non ha esitato a duellare anche con il compagno prima di ritirarsi in buon ordine e chiudere quinto. Perché Lorenzo, di fatto spettatore privilegiato della lotta per il podio senza mai farci un pensierino, si è ripreso il quarto posto con un guizzo nel finale restituendo la sverniciata al ducatista.

Non è stato lo spettacolo del Qatar, ma sicuramente una gara godibile nonostante l'organizzazione. Alla faccia degli americani, quelli che curano il dettaglio. Perché nella terra dei cowboy e dei rodeo, capita nello stesso weekend che il venerdì si facciano scappare un cane che attraversa la pista e la domenica sul più bello, con la MotoGP ormai pronta al via, paralizzino lo show per una pozza d'acqua. Semaforo verde ritardato di quaranta minuti, con non pochi problemi ai piloti ormai alle prese con l'adrenalina che scorreva a mille nel corpo. Tutto nel nome della sicurezza, e quindi accettato di buon grado, ma inaccettabile per l'organizzazione. Sorrisi per quella scenetta del pick-up con attaccato un phon per pulire la pista o gli improvvisati volontari a far cadere con dei bastoni, stile tende da campeggio, l'acqua dal tunnel del ponte pubblicitario “responsabile” dell'inconveniente. Acqua accumulata per la pioggia caduta nelle ore precedenti il gran premio. Comunque uno scenario non all'altezza per quello che è il mondiale su due ruote. Per fortuna allo spettacolo ci hanno pensato Marquez e soci.

L'11ª di ritorno: Capo d'Orlando-Brindisi 66-65, Trento-Pesaro 77-65, Milano-Roma 77-56, Venezia-Cantù 89-68, Varese-Caserta 84-80, Cremona-Bologna 81-76, Reggio Emilia-Sassari ieri. Oggi ore 20 (Rai Sport 1) Avellino-Pistoia. Classifica (prime posizioni): Milano 46; Venezia 38; R.

Emilia 36; Sassari e Trento 34.

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