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Vucinic-Guarin, scambio che rafforza la Juve

Conte fa diventare granitico un centrocampo di guerrieri e goleador. A Milano arriva D'Ambrosio, parte Duncan. Grande scontento nel mondo nerazzurro

Vucinic-Guarin, scambio che rafforza la Juve

Vucinic all'Inter, Guarin alla Juventus e non è uno scherzo di carnevale. Trovata che qualcuno definirà geniale e a buona ragione. La Juventus si rafforza ancora di più, completa un centrocampo di gladiatori e uomini dal gol facile. L'Inter si affida ad una riserva bianconera, fra l'altro con qualche anno in più rispetto al nerazzurro: Guarin 27 anni, Vucinic 30. Geniale chi l'ha ideato, ma ovviamente a seconda del lato da cui si guarda. Geniale l'idea bianconera, molto meno quella interista. Non a caso il tifo nerazzurro sul web si è scatenato. Incomprensibile la scelta di Mazzarri che ha assecondato l'ingaggio dell'attaccante, ottimo ma non al prezzo pagato. Scambio, che salvo revisioni dell'ultima ora, sarà alla pari, nessun conguaglio a favore della società milanese che si è privata dell'unico giocatore in grado di portare danari alla rossa cassa nerazzurra. Sarebbe stato più comprensibile se l'Inter avesse mollato Guarin in cambio di un giovane, magari riprovando per Lamela con qualche formula di mercato. Magari cercando un attaccante con miglior futuro rispetto a Vucinic.
Chi scruta nei bilanci dice che, per entrambe le società, sarà realizzata una plus valenza (circa 15 milioni a testa la valutazione dei giocatori), assecondando la logica di Thohir che bada più ai bilanci che alla resa della squadra. Ma così l'Inter non andrà da nessuna parte, solo a sbattere contro l'ennesima delusione. Anche Thohir dovrà rispondere di queste sbandate, il tempo dell'attesa e della comprensione sta finendo. In Italia non c'era bisogno di un altro chiacchierone. Servono fatti e possibilmente danari. Vucinic è un ottimo giocatore, delicato nei muscoli quanto Palacio e Milito, ma Guarin è forza trainante, è stato uno dei migliori di questa finora sgangherata stagione nerazzurra, ha fisicità e capacità di andare in gol, quel guizzo che tanti all'Inter non possiedono. Entrambi mancano di continuità e qui lo scambio è davvero alla pari.
Trattativa velocissima già impostata nelle scorse settimane, anche se l'uomo dello scambio doveva essere Ranocchia: ed era più logico per l'Inter. Definito in un incontro tra il gotha dei dirigenti delle due squadre: Marco Fassone, che ben conosce i dirigenti Juve avendo fatto parte della società, e Piero Ausilio per i nerazzurri, Giuseppe Marotta e Fabio Paratici per i bianconeri. Assente il direttore tecnico dell'Inter Marco Branca. Poi si è presentato lo stesso Guarin.
Vucinic ha già salutato i compagni, mancano solo le visite mediche. Ora Mazzarri sarà soddisfatto di avere a disposizione una punta più credibile di Belfodil, ma è difficile capire la logica che spinge le richieste dell'allenatore: è arrivato all'Inter e ha dato il consenso ad acquisti e vendite, non ha certamente subito il mercato nerazzurro. Ora si disfa dell'unico centrocampista che ha provato a tenere in piedi la squadra anche nei momenti difficili. Guarin non era il tipo di giocatore che piaceva al tecnico, ma ora Mazzarri rischia tutto, altri flop sul campo potrebbero decidere davvero il suo futuro. Se la godrà il furbo Conte che piange nelle conferenze stampa, eppoi ottiene quanto vuole dalla società. L'acquisto di Guarin darà una mano a puntellare la Juve nelle sue zone di debolezza e, soprattutto, a far tirare il fiato a giocatori troppo sfruttati. Se poi l'anno prossimo verrà ceduto Paul Pogba per 50 milioni e oltre sarà affare, in tutti i sensi, della Juve.
Ora sulla sponda nerazzurra è atteso anche l'arrivo di D'Ambrosio dal Torino, in cambio la metà di Duncan: un altro affare dai contorni incomprensibili. Duncan è uno dei migliori giovani del vivaio nerazzurro. E oggi Moratti dice a Thohir: «Necessario che torni in Italia».

Forse doveva pensarci quando gli ha venduto l'Inter.

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