Vuelta 20° tappa: presentazione percorso e altimetria
13 Settembre 2014 - 09:41È il giorno della resa dei conti: in cima al Puerto de Ancares andrà in scena lo scontro finale fra i big. Ci troviamo al cospetto del secondo tappone di montagna della Vuelta, con cinque salite ammassate negli ultimi 80 chilometri. Sarà una sfida senza appello
La penultima frazione del Giro di Spagna misura complessivamente 185 chilometri e concentra tutte le difficoltà negli ultimi 80. Quattro Gpm più un'altra salita nella quale i favoriti si giocheranno il successo finale ed il podio. Froome contro Contador, Valverde contro Rodriguez e Aru in mezzo a loro, con l'obiettivo di portarsi a casa uno dei traguardi più prestigiosi e, chissà, sferrare l'attacco per un posto sul podio di Santiago. L'inizio della 20esima frazione è morbido, ed è uno scenario al quale ormai siamo abituati: primi 30 km davvero facili, buona parte dei quali in discesa. Dopo questo antipasto, si comincia a salire, ma l'ascesa di Lornis - 10 km pedalabili - non vale come Gpm. Servono altri 40 km prima di incontrare la seconda difficoltà, un dentello a Barrio da Esperanza, e neppure questo assegnerà punti per la maglia a pois.
Al termine della brevissima discesa è sistemato il primo sprint intermedio, a Sarria, che fa da spartiacque: da qui in avanti la tappa entra nel vivo. In rapida successione ecco tre salite, le più semplici. La prima è l'Alto de Vilaesteva, 2° categoria, lunga circa 6 km e non molto impegnativa. Sarà un buon rodaggio per le gambe, ma nulla più. Semplice anche la discesa, che porta dritto all'imbocco del secondo Gpm, l'Alto de O Lago. È un'ascesa di 3° categoria, un po' più lunga della precedente ma più agevole. Dopo la discesa, i corridori troveranno la terza salita consecutiva, non valida però come Gpm: l'Alto de Restelo è poco più di un dentello e le difficoltà maggiori si incontreranno dopo la cima, nella lunga e ripida discesa.
Circa 3 km di fondovalle fanno da introduzione alla penultima scalata, l'Alto de Folgueiras de Aigas, 1° categoria. Il primo chilometro (dei dieci totali) al 10% è il più duro di tutta l'ascesa, che poi si attesta per buona parte fra il 7% e l'8%. Il tratto conclusivo spiana, a parte le ultime centinaia di metri che ritornano all'8%. La discesa è breve e irregolare, e offre la possibilità di difendere un eventuale gruzzolo di secondi guadagnato con un attacco in salita. A 12 km dall'arrivo comincia il Puerto de Ancares, contrassegnato come salita "Especial". È l'ultima arrampicata della Vuelta 2014, una fra le più difficili. Comincia con 4 km tosti, tutti sopra l'8% e un brevissimo tratto in cui spiana e concede respirto. Qui, fra l'altro, è piazzato il secondo e ultimo sprint intermedio.
Superato questo settore, ecco le pendenze assassine: quasi 2 km che oscillano fra il 15% ed il 18%, il punto perfetto per attaccare se si vuole cambiare qualcosa in classifica. L'arrampicata diventa più morbida verso metà, ma è una tregua che dura poco perché si ritorna quasi subito sopra il 10%. In prossimità della vetta, la salita si trasforma in una sorta di falsopiano che serve ad introdurre l'ultimo, ostico, chilometro: pendenze fra l'8% e il 12%, che dopo tanti chilometri all'insù potrebbero fare male. È un'ascesa che dà l'impressione di non finire mai, ingannevole, ed è facile sbagliare i calcoli di un attacco, con il rischio di piantarsi poi nel momento decisivo. Due anni fa quassù vinse Joaquim Rodriguez, che mise in difficoltà Contador. E chissà che il precedente non sia di buon auspicio per i rivali del "Pistolero".
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