Roma

Gli sprechi viaggiano sulle strade del Lazio

Gli sprechi viaggiano sulle strade del Lazio

Omar Sherif H. Rida
Il buco nero del bilancio regionale colpisce, come fosse un destino inevitabile, anche le aziende di proprietà della Regione. Prima fra tutte l’Astral, la società, a capitale totalmente pubblico, che gestisce le competenze trasferite dallo Stato in materia di viabilità. Mancano i fondi e le opere, anche quelle indispensabili, attendono anni. Tra gli ultimi interventi richiesti, giusto per fare qualche esempio, troviamo un attraversamento pedonale tra un parco giochi e due scuole a Vicovaro sulla Tiburtina. Trentaduemila euro, la spesa ipotizzata dai tecnici Astral. O ancora l’installazione di un impianto semaforico (comprensiva della sostituzione delle barriere stradali di sicurezza) davanti a una scuola di Rignano Flaminio. Centotrentaquattromila euro la cifra in questo caso. O, da ultimo, la richiesta dei vigili del fuoco di Subiaco che necessitano di un semaforo «a comando» per uscire velocemente dalla caserma appena inaugurata (25mila euro il costo).
Come si vede le tre domande registrate dall’Astral lo scorso 30 luglio riguardano cifre del tutto modeste. Eppure giacciono tutte in un cassetto dell’amministrazione. Scontato il motivo: mancano i soldi. Questa la facciata, almeno. Infatti se gli interventi rimangono al palo, gli sprechi per le consulenze esterne si moltiplicano. Due i nomi da tenere d’occhio all’interno della società regionale delle strade. Quello di Angelo Cacciotti, in primis, e quello di Raimondo Besson, a ruota.
La storia di Cacciotti è particolarmente interessante. Già sindaco di Carpineto Romano e responsabile della segreteria alla Regione Lazio durante l’amministrazione Badaloni, viene assunto all’Astral ad aprile 2006, chiamato dal nuovo presidente Giovanni Battista Giorgi. Capo delle attività della presidenza prima e dirigente degli Affari generali, poi, Cacciotti ottiene un contratto a termine di durata triennale per un compenso di circa 130mila euro lordi. Ma quest’estate decide, a 54 anni, di andare in pensione. La cosa curiosa, però, è che nonostante si tratti di una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, l’Astral decida di erogare 100mila euro come «incentivo all’esodo» da versarsi in due rate, settembre e ottobre 2007. Il problema del manager, però, è che in tal modo avrebbe perso quasi due anni di stipendio da dirigente. Da lì la pensata «geniale». Il 14 agosto il presidente Giorgi invia a Cacciotti una «lettera d’impegno a un incarico di collaborazione professionale». Pensionato il 31 agosto, Cacciotti verrà così riassunto, entro il 30 settembre, con un contratto di lavoro parasubordinato triennale da 60mila euro all’anno. La prestazione minima da garantire sarà poi pari a (sole) 120 giornate lavorative. Un vero paradiso, insomma.
Differente, ma ugualmente interessante, la posizione di Besson. L’ingegnere, dopo il rinnovo del cda del dicembre 2005, viene piazzato all’Astral come superconsulente sempre nell’aprile 2006. «Consulente tecnico della presidenza», per la precisione, percepisce circa 120mila euro annui. L’esperto di acque di area Ds, però, assomma a questo incarico altri due lavori. Quello di vicepresidente di Acqualatina Spa (90mila euro il suo stipendio) e quello di amministratore delegato di Sorical («Società risorse idriche calabresi»).
Concludendo, niente soldi per le opere pubbliche. Mentre per i regali a chi appartiene alla giusta «parrocchia», la faccenda cambia.

Anche questa, è la Regione targata Piero Marrazzo.

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