la stanza di Mario CerviGiannini era un reazionario, Grillo è un rivoluzionario

Chi segue le vicende politiche con un occhio alla storia contemporanea non potrà non aver rilevato le fortissime analogie che accomunano il Movimento 5 Stelle di Grillo al Fronte dell'Uomo Qualunque, il partito fondato dal commediografo-sceneggiatore Guglielmo Giannini nell'immediato dopoguerra. Non a caso il motto dei qualunquisti era «non rompeteci le scatole» che ricorda molto da vicino i vaffa e gli improperi del moderno idioma grillino. Appartiene allo stile espressivo di ambedue la caratteristica dell'offesa dell'avversario o del suo dileggio. L'Uomo Qualunque seppe canalizzare i delusi e gli scontenti, ottenendo un'ottima affermazione alle elezioni del '46 con trenta deputati all'Assemblea Costituente. Ma nel '48 il partito si dissolse. I grillini sono accreditati tra il 15% e il 20% dei consensi ma dopo che gli italiani avranno avuto modo di conoscerli alla prova dei fatti può divenire ancor più realistico l'accostamento alla parabola dell'Uomo Qualunque.
Scandicci (Firenze)

Caro Bonelli, le somiglianze tra l'Uomo Qualunque e il movimento di Beppe Grillo sono notevoli. Alla base delle polemiche in cui sia il commediografo del tempo andato sia il comico d'oggi si sono impegnati è la protesta. Virulenta e sguaiata. Diversissimo tuttavia appare il contesto in cui le due proteste si sono sviluppate. Giannini aveva ingaggiato la sua battaglia - coronata all'inizio da grande successo - contro il nuovo, ossia contro una retorica resistenziale che favoleggiava d'un popolo italiano anelante alla libertà mentre era nelle catene littorie. Una battaglia ideologica dunque che privilegiava il passato, o almeno ne smentiva la demonizzazione. Per lui le conquiste o i travagli della quotidianità rimanevano, in quella stagione di speranze, in secondo piano. Grillo vuole la cancellazione del passato visto tutto come corrotto e negativo, dà voce al malessere dell'Italia approdata all'élite economica del mondo. Malessere per il decadimento delle istituzioni e per un vistoso impoverimento dei cittadini (tranne gli appartenenti ai ceti privilegiati e alla parassitaria Nomenklatura). Giannini era, con il suo turpiloquio, bonariamente reazionario, Grillo ambisce a essere rivoluzionario. La mia convinzione è che anche Grillo, come Giannini, sarà drasticamente ridimensionato se non azzerato.

Ma come campanello d'allarme è stato ed è importante.

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