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la stanza di Mario CerviL'Italia può fare grossi tagli. Ma non sulle spese militari

Sono stufo di sentire dire che un provvedimento di estremo interesse non può essere preso perché mancano i fondi. Giustamente qualcuno ha detto: cosa ce ne facciamo degli aerei F-35? Cosa ce ne facciamo di due portaerei che costano un'infinità di euro anche restando inattive? Cosa ce ne facciamo di nove corpi di polizia, compresa la polizia mortuaria, e di 7 sale operative di pronto intervento in ogni provincia quando in Germania si fronteggia la situazione con uno solo? Ma il porre rimedio a spese e a sprechi insensati è impresa titanica. Tutti sappiamo dove bisognerebbe tagliare e tutti invocano i tagli. Ma altrove, non nel settore in cui svolgono la loro attività. I governanti dovrebbero affrontare con il machete la giungla di numeri telefonici di pronto intervento? Cosa si aspetta per ridurre il numero delle infinite facoltà universitarie? Perché non si trasferiscono nella magistratura ordinaria i magistrati militari, che con l'abolizione del servizio di leva non hanno più molto da fare?
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Caro Pignatelli, approvo il suo elenco dei settori pubblici nei quali sarebbe opportuno intervenire con una potatura rigorosa. Lo approvo con una eccezione, le spese militari. Non è che gli F-35 e le portaerei siano proprio indispensabili. È che apparteniamo ad una alleanza, la Nato, che ci ha protetti quando incombeva la minaccia sovietica; alleanza che comporta determinati oneri e che sarebbe poco elegante snobbare perché oggi ci sentiamo più sicuri. Per il resto le do ragione. I governanti dovrebbero entrare con il machete nella giungla immane degli sprechi. Perché non lo hanno fatto in passato e non riescono a farlo nemmeno adesso? Un po' per loro incapacità e incompetenza. Molto perché la volontà popolare è sì risoluta nel chiedere tagli rigorosi ma sempre altrove, non nel proprio campo di attività. C'è stata nei giorni scorsi e dura tuttora una mezza insurrezione per la cancellazione d'uffici giudiziari superflui nel Meridione. Probabilmente tra i sindaci con fascia tricolore e i magistrati con toga e gli avvocati impugnanti i codici che hanno espresso chiassosamente il loro dissenso ve n'erano molti che, quando si parla in generale, sono per la mannaia virtuosa.

Lo scoglio degli interessi campanilistici e corporativi rende titanico, in Italia, ogni tentativo di risparmio pubblico: essendo introvabile un «altrove» che non indispettisca nessuno e non lo induca ad alzare la voce.

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