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Lo "Stato islamico" ha pubblicato il video di propaganda Flames of war

Lungo quasi un'ora, ripercorre i momenti che hanno portato alla proclamazione di un Califfato tra Iraq e Siria

Un fotogramma da The Flames of War, video di propaganda dello Stato islamico
Un fotogramma da The Flames of War, video di propaganda dello Stato islamico

A pochi giorni dalla pubblicazione di un trailer che annunciava l'uscita di un video del cosiddetto Stato islamico (Is), intitolato Flames of war, il ramo propagandistico dell'organizzazione ha messo online oggi il filmato vero e proprio.

Lungo quasi un'ora, narrato in inglese da una voce maschile che dall'accento si direbbe di uno statunitense, è realizzato con l'intenzione di un documentario, infarcito però di propaganda e toni roboanti, e mira a ripercorrere la storia dell'autoproclamato Califfato di Abu Bakr Al-Baghdadi, tornando indietro nel tempo fino alla battaglia per il controllo della base area di Menagh, nel governatorato di Aleppo.

Nell'introduzione, video d'archivio dei presidenti statunitensi George W. Bush e Barack Obama mostrano discorsi in cui si annuncia la fine delle operazioni in Iraq, definiti "una bugia" per la promessa che gli Stati Uniti non si sarebbero di nuovo impegnati nel Paese. Poi il video procede cronologicamente.

Arrivando fino al giugno 2014, mostra le immagini, già ampiamente diffuse, dei bulldozer che eliminano la frontiera tra Iraq e Siria, metaforicamente distruggendo, come suggerì ai tempi la propaganda del cosiddetto Stato islamico, le linee tracciate dall'accordo Sykes-Picot, con cui Francia e Regno Unito divisero il Medioriente dopo il crollo dell'Impero ottomano.

Come una sorta di lungo riassunto del materiale propagandistico diffuso finora, Flames of war dà spazio alle "voci ufficiali" del gruppo, mostrando anche alcuni momenti del discorso che un uomo identificato come Abu Bakr al-Baghdadi, il leader del gruppo, tenne a luglio nella moschea grande di Mosul.

Diverse le scene di violenza, in cui le vittime vengono invariabilmente identificate come infedeli o apostati, mentre i combattenti dello Stato islamico come uomini impegnati a implementare la visione distorta dell'Islam che è propria del gruppo e che istituzioni del mondo islamico hanno condannato a più riprese.

Negli ultimi minuti anche materiale ripreso durante la battaglia per il controllo della base della 17esima divisione dell'esercito siriano, nell'area di Raqqa. In quell'occasione vennero diffuse una serie di immagini che mostravano le teste mozzate dei militari issate sulla steccionata della base e che l'Associated Press giudicò consistenti con altre informazioni su quanto avvenuto.

Nel filmato queste immagini non trovano spazio. Si vedono invece uomini che sono identificati come soldati dell'esercito siriano, impegnati a scavarsi la propria tomba, che vengono poi giustiziati.

Uno dei soldati pronuncia un discorso in cui accusa il regime di Damasco di averli abbandonati, in una dinamica che ricorda le parole fatte dire agli ostaggi occidentali nei video che ne mostrano l'esecuzione, o nel recente filmato in cui

html" target="_blank" data-ga4-click-event-target="internal" rel="noopener">il giornalista inglese John Cantlie viene utilizzato come portavoce per promettere che "mostrerà la verità" che i media occidentali nascondono.

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