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Lo stop di Bossi: "Berlusconi scelga noi o Casini"

Il leader della Lega: "L'Udc è contro il federalismo, contro le quote latte. Alleati no". Casini smentisce di aver ricevuto l'offerta di entrare nel governo. E Maroni: "Se cade il governo si va al voto". Ma Formigoni: "I leghisti sbagliano, sì all'Udc"

Lo stop di Bossi: "Berlusconi scelga noi o Casini"

Roma - Umberto Bossi, al termine di un comizio a Trescore Cremasco, tornando sulla cena a casa di Bruno Vespa, alla quale hanno preso parte il premier e il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, frena sull'ipotesi del ritorno dei centristi nella maggioranza di centrodestra e ha spiegato che nel governo ci possono stare "o l'Udc o la Lega" e "Berlusconi deve fare una scelta". "L'Udc - ha spiegato Bossi ai giornalisti - è contro il federalismo, contro le quote latte. Con l'Udc abbiamo tutti questi problemi. Alleati no". E se anche gli ex An dicono "mai dire mai", la Lega guarda ancora con più sospetto alle aperture che provengono da quell'area. Troppo meridione e troppa prima repubblica, è la lettura di quanto sta accadendo. "Se ci siamo noi, non ci possono essere loro", scandisce Umberto Bossi a La Padania che definisce un "tormentone estivo" ciò che accade o accadrà al "nuovo governo autunnale". Dopo "la battaglia, dura, per far espellere Fini e i finiani dal Pdl, o comunque per ridurne quasi all'impotenza la continua e arrogante pretesa di rompere con l'esecutivo pur facendone parte - dice senza mezzi termini il quotidiano leghista -, ecco, illuminati sulla via della Capitale, la soluzione: a casa il gruppo che fa capo al presidente della Camera" e dentro quello dell'ex inquilino di Montecitorio.

Casini: "Non mi è stata formulata alcuna offerta, né quella sarebbe stata la sede". Così il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini a Sky Tg24 riferendosi alla presunta offerta ricevuta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della cena che si è svolta ieri a casa di Bruno Vespa. "È stata una cena - ha proseguito Casini - piacevole. Vado spesso a cena con chi, come me, lavora all’interno delle istituzioni. Dialogo con Bersani e con D’Alema e non vedo perchè non dovrei dialogare con il Presidente del Consiglio". "Operazioni trasformistiche sarebbero invise a tutti gli italiani che chiedono una fase politica nuova ed è quello per cui io sto lavorando". Neanche un’eventuale crisi di governo sarebbe sufficiente per un cambio di strategia dell’Udc perchè, spiega sempre al Gr il leader dei centristi: "Non è solo in gioco chi guida il Paese. È in gioco anche chi concorre alla guida stando all’opposizione". Casini conclude lanciando un appello sia alla maggioranza: "La vostra sindrome di autosufficienza non serve" sia alle altre forze politiche dell’opposizione: "Non sediamo sull’Aventino".

Stop di Maroni: "Se il governo cade si va al voto" A mettere una croce su tutto ci pensa Maroni che spiega la 'terza via' della Lega: serve Casini per andare avanti? No, se "il governo (questo governo) cade, si va al voto"."Lega e Udc sono alternative: se qualcuno nell’Udc o anche nel Pdl pensa che il partito di Casini possa entrare nel governo sa bene che noi e l’Udc non possiamo stare insieme". Così il ministro dell’interno, Roberto Maroni, commenta gli scenari seguiti alla cena a casa di Bruno Vespa. "Se qualcuno vuole uscire dalla maggioranza lo faccia, ma se cade il governo si va al voto, non ci sono alternative. Se qualcuno vuole fare 'sante alleanze' non credo che i cittadini abboccheranno", prosegue il titolare del Viminale.

"Noi per le riforme, l'Udc no" "Noi - ha sottolineato Maroni - rappresentiamo le riforme, il federalismo, uno Stato più moderno ed efficiente, mentre l'Udc rappresenta il contrario, un sistema che la Lega vuole cambiare e siamo lieti - ha aggiunto - che Casini  abbia detto di essere indisponibile ad entrare nel governo, perché non ci sarebbe spazio per entrambi".

"Non tradire il voto" Il ministro ha quindi lanciato un avvertimento a chi ipotizza un nuovo governo senza la Lega. "Sarebbe - ha scandito - un tradimento del voto e degli elettori, non credo che durerebbe un minuto con la Lega all'opposizione. Sono comunque convinto - ha proseguito - che si tratti di fantapolitica, di scenari lontani mille miglia da quello che pensa Berlusconi, messi in giro da chi vuole danneggiare il premier e il governo". Sono, ha detto ancora Maroni, "le solite manovra di alcuni ambienti, non estranei probabilmente a chi non vede di buon occhio la nostra azione di contrasto alla criminalità organizzata, che soffrono la determinazione e la decisione del governo".

Dunque, ha concluso, "il modo più serio per rispondere a questi fuochi fatui, dall'Udc alle minacce dei finiani alle ipotesi di governi istituzionali, è quello di governare, prendere decisioni ed andare avanti: così si arriva alle riforme, tutto il resto è palude, ritorno al passato". 

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