Roma

Uno storico trionfo vissuto all’Olimpico in un clima surreale

Il grave infortunio a Totti rovina la festa della Roma per le 10 vittorie consecutive

Fabrizio Aspri

Passerà alla storia come un record: il più amaro per la Roma. Nella giornata in cui Spalletti e truppa coronano un sogno e inanellano la decima vittoria consecutiva in campionato (eguagliate la Juve ’31-32, il Milan ’50-51 e il Bologna ’63-64 ndr), Totti finisce sotto i ferri a causa di un brutto incidente di gioco. Il cronometro segna il settimo minuto del primo tempo quando il capitano, toccato da Vanigli (che in sala stampa verserà lacrime amare), perde l’equilibrio, poggia male il piede e lascia il campo tra smorfie di dolore. Il verdetto è raggelante: «Francesco ha subito una frattura del terzo prossimale distale del perone, con interessamento della struttura legamentosa - ammette Brozzi, medico della Roma - e tornerà a giocare quando farà molto meno freddo. Il mondiale? Non abbiamo ancora cominciato, ma faremo tutto il necessario. Francesco è sereno. Gli abbiamo prospettato la situazione e lui si fida di noi». Un fulmine a ciel sereno. Abbattutosi sull’Olimpico nel giorno dei brindisi e dei sorrisi. Dieci trionfi, dunque. Tutti d’un fiato. Ma è un primato amaro. Intriso di brutte sensazioni e immagini da dimenticare. Il volto di Rosella Sensi, figlia del patron e amministratore delegato del club, è lo specchio di una domenica surreale. Da una parte i giocatori, uniti in un girotondo che vale una fetta di storia e un pass per gli almanacchi del calcio. Dall’altra la tristezza di Totti, volato a Villa Stuart per affrontare il destino beffardo. «Non era un fallo cattivo - ammette Vanigli in lacrime - volevo solo prendere la palla. Non era mia intenzione fare male. Ora corro in clinica: gli voglio stare vicino in questo brutto momento. Chiedo scusa. Sono affranto».
In casa Roma la tensione aumenta col passare dei minuti. E la Sensi, a caldo, propone la sua versione dei fatti, lanciando moniti e inviando messaggi. «Francesco è il grande campione dell’Italia - tuona - e va tutelato. Continuano a picchiarlo: aveva ragione quando si lamentava... Doveva essere una giornata di gioia e invece c’è tanta, troppa amarezza. Il nostro capitano subisce tanti falli e non merita certe cose. È corretto, nonostante ciò che si dice in Europa. I campioni italiani non si possono rovinare in questo modo. Chiedo agli organi competenti di riflettere su queste cose. E di cambiare la regola: i falli da dietro devono essere evitati. Sia ben chiaro, non ce l’ho con nessuno. Totti, però, meritava di festeggiare con noi».
Nello spogliatoio romanista serpeggiano rabbia e rassegnazione. Tutti a chiedere notizie. Tutti a cercare di contattare, via cellulare, le persone che hanno raggiunto Villa Stuart per stare vicini al leader giallorosso. Lì, ad un passo dal numero dieci, oltre ai medici e agli amici più stretti, ci sono Ilary, il piccolo Cristian, mamma Fiorella e il fido Vito Scala. Spalletti è triste. Ma è il momento di riavvolgere il nastro della gara e si presta alla raffica di domande. «Siamo entrati nella storia del calcio - dichiara - ma quello che è successo a Francesco non ci permette di festeggiare. È un infortunio bruttissimo, ne avrà minimo per due mesi. Ci sono rimasti male anche i giocatori dell’Empoli. Però bisogna capire che i falli da dietro sono pericolosi. Vanigli non voleva fare male a Totti. Ma quel tipo di intervento può provocare infortuni seri. Chi subisce il fallo, non sempre è pronto ad assorbire il contatto e ad alleggerire il peso. La gara? La squadra ha giocato bene anche oggi e per fortuna ha recuperato Montella.

Col Bruges, vista la situazione, potrà esserci molto utile».

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