Storie di inciviltà, ieri come oggi. Ma Bogliasco non merita queste offese
19 Agosto 2011 - 02:08Caro Lussana, ricordo la Bogliasco di quando ero bambino, nei primi anni Cinquanta: allora era veramente un paese e nelle sere destate i bar, o meglio, le osterie, mescevano vino agli anziani. Cera il «Bar do cotello», «lostaia do Fanfulin», il «Bar do Ziro».
Cera anche Peruzzi, ovviamente, ma quello era il bar elegante della gente bene, noto a Genova e frequentato da tanti genovesi. Capitava allora molto spesso, che, con discrezione, qualche vecchietto, dopo le due o tre «lampe» di rosso uscisse in strada: se i bagni pubblici erano vicini, prendeva quella direzione, ma se erano lontani, il vecchietto in un angolo, discretamente, soddisfaceva le sue necessità.
Erano altri tempi, diremmo oggi, la gente era ignorante e maleducata, il senso civico ancora non glielo avevano insegnato.
Oggi, i giovani «civili», festeggiano Ferragosto 2011; non cè più «O Ziro» o il «Fanfulin» i locali di Bogliasco hanno nomi inglesi, cè la globalizzazione, siamo multiculturali, multietnici. Non ci sono più i vecchietti nei bar, ma i bar sono affollatissimi di giovani.
O meglio il locale è vuoto ma i giovani, cazzeggiano in mezzo alla strada col bicchiere pieno di birra. La birra, lo sappiamo tutti, è diuretica.
I locali, oggi, obbligatoriamente hanno il bagno, ma stando in strada, è troppa fatica raggiungerlo ed allora le strade attorno al bar diventano WC allaperto. Al mattino, fai la tua passeggiata per andare a prendere il Giornale ed il caffè, e, nei dintorni dei locali, ti assalgono effluvi che preferiresti non sentire.
Ma oggi siamo evoluti!