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Stragi, Pisanu: "Convochiamo Lari per chiarire"

Il presidente dell'Antimafia dopo le dichiarazioni in cui il procuratore di Caltanisetta sosteneva di essere a un passo dalla verità sulle stragi del '92-'93: "Il Capogruppo del Pdl in Commissione ha chiesto di convocare Lari per chiarire il senso delle dichiarazioni attribuite a lui"

Stragi, Pisanu: "Convochiamo Lari per chiarire"

Palermo - "Il capogruppo del Pdl in Commissione Antimafia e anche altri colleghi hanno avanzato la richiesta di convocare il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari per chiarire il senso delle dichiarazioni attribuite a lui e ai suoi collaboratori e di cui la commissione non ha avuto nessun riscontro". Lo ha detto il presidente dell’Antimafia Beppe Pisanu in un intervallo dei lavori alla prefettura di Palermo, dove la commissione sta audendo il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. "La scena - ha aggiunto Pisanu - è stata increspata da qualche incomprensione: ieri sarebbe stato detto che siamo a un passo dalla verità su via D’Amelio. Me lo auguro, ma purtroppo non è così. È più corretto dire che si stanno facendo passi in direzione della verità, ma siamo lontani dalla meta". "Le responsabilità istituzionali risalgono a coloro che nel tempo le esercitavano. Poi ci sono posizioni di singoli servitori dello Stato che devono essere meglio inquadrate".

"Passi avanti, ma siamo lontani dalla verità" "Sarebbe stato detto che siamo a un passo dalle verità per la strage di via D’Amelio. Me lo auguro con il cuore. Purtroppo non è così. È più corretto dire che si stanno facendo passi in direzione della verità, ma che siamo lontani dalla verità", ha proseguito Pisanu. "Debbo riconoscere - ha aggiunto -, che la magistratura palermitana e siciliana e le forze dell’ordine in Sicilia stanno svolgendo un ruolo encomiabile e devono essere sostenuti a ogni modo assicurando loro risorse umane e materiali adeguate all’impegnativo compito che devono svolgere. Purtroppo le Procure in alcuni casi risultano drammaticamente carenti in fatto di organici che a nostro parere devono essere colmati rapidamente e di questa esigenza mi farò interprete con il ministro Alfano che ha seguito con molta attenzione questi problemi". 

"Politica credo sia in grado reggere il peso delle indagini" "Penso che la politica sia in grado di sopportare la verità delle indagini", ha detto Giuseppe Pisanu ai cronisti che gli chiedevano di commentare le dichiarazioni dei pm nisseni sulla probabile incapacità della politica di reggere l’onda d’urto della verità sulle stragi del 1992. "La verità e la giustizia -ha aggiunto- sono l’anima del bene comune". Nel corso della conferenza stampa, però, Pisanu ha ribadito che "nel corso delle audizioni di ieri, il cui contenuto è stato secretato, nessuno ha avuto la sensazione che i magistrati fossero a un passo dalla verità e nessuno ha manifestato preoccupazione per gli effetti politici che una simile scoperta potrebbe produrre. Ci auguriamo -ha concluso Pisanu- che la verità venga scoperta al più presto, poi le forze politiche faranno i conti con la realtà".

"Su Spatuzza eravamo orientati alla protezione" "La commissione ha già affrontato il caso Spatuzza con l’audizione che ha fatto seguito immediato alla mancata concessione da parte della competente commissione del ministero dell’Interno. Devo ricordare che quella commissione ha un carattere amministrativo e le sue decisioni sono soggette a un ulteriore giudizio del Tar e poi del Consiglio di Stato. La mancata concessione comunque non impedisce la collaborazione di Spatuzza il quale peraltro ha già assicurato che continuerà a darla con lo stesso impegno. Posso dire che l’orientamento prevalente era per una concessione anche se si riconosce che da un punto di vista giuridico la decisione è motivata bene, in ogni caso questo giudizio spetta al Tar", ha proseguito il presidente della commissione Antimafia.

Lari: "Non è coinvolto nessun politico di oggi" "Io sono sbalordito da siffatte affermazioni. Il nome di Berlusconi non è stato nemmeno ventilato in occasione dell’audizione alla commissione Antimafia, nè nelle indagini sulla strage di via D’Amelio figura il presidente del Consiglio, come nessun altro personaggio della politica attuale. Quindi non comprendo le ragioni per cui necessariamente si voglia attribuire ai pubblici ministeri di Caltanissetta un’intenzione di questo tipo. Sono affermazioni gratuite e totalmente destituite di fondamento". Lo ha affermato ai microfoni di Rainews24 il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, interpellato sugli ultimi sviluppi dell’indagine della strage di via D’Amelio, in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino. "I punti oscuri di questa vicenda - prosegue Lari - sono tanti. Siamo riusciti a scoprire, attraverso le rivelazioni di Gaspare Spatuzza, e attraverso una rigorosa attività di riscontro, che le precedenti indagini erano basate sostanzialmente sul nulla. Tutti i processi: Borsellino uno, Borsellino bis, sono basati su dichiarazioni di tre soggetti che hanno sostanzialmente ritrattato tutte le precedenti accuse. Questa è la grande verità che abbiamo accertato, e ritengo sia un fatto molto importante aver fatto luce su questa vicenda. Non dimentichiamo che si sono concluse con numerose sentenze passate in giudicato, con le quali sono stati inflitti anche numerosi ergastoli".

Cicchitto: su Borsellino errore giudiziario "Sull’assassinio del dottor Borsellino è stato commesso un errore giudiziario enorme nei tre gradi di giudizio, cioè fino alla sentenza definitiva". Lo sostiene il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui "i giustizialisti fanatici che dominano il palcoscenico mediatico devono prenderne atto". Cicchitto "prende atto di ciò che oggi ha detto il dottor Lari, che è molto diverso da ciò che ha detto ieri". Tuttavia, "rispetto a chi trae conseguenze categoriche anche da un avviso di garanzia - aggiunge il capogruppo Pdl - è evidente che a suo tempo sull’assassinio del dottor Borsellino è stato commesso un errore giudiziario. Ciò dovrebbe far riflettere - sottolinea - chi ritiene la magistratura infallibile e i pentiti, tutti i pentiti, assolutamente credibili".

"Insieme a deviazioni assai inquietanti e a falsi pentiti - conclude Cicchitto - ci sono stati anche incredibili errori giudiziari". 

 

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