Medicina

Una strategia per ridurre il grave rischio cardiovascolare

«Tutti per uno», non è soltanto uno slogan a effetto, ma una strategia condivisa per combattere il rischio cardiovascolare metabolico. Cardiologi, diabetologi, internisti, nefrologi, farmacologi, farmacisti e medici di medicina generale hanno infatti deciso di sedersi allo stesso tavolo e di elaborare un algoritmo: un percorso comune da seguire, a braccetto con i pazienti, per gestire un'emergenza. Questa: in Italia il 10 per cento degli uomini tra i 35 e i 74 anni è diabetico e di questi solo 3 su 10 si curano; il 21 per cento è ipercolesterolemico, ma 8 su 10 non seguono alcuna terapia; il 27 per cento è iperteso e il 50 per cento non fa nulla in proposito. Alla luce di questo quadro malattie e incidenti cardiovascolari paiono inevitabili. E perciò i medici hanno deciso di attivarsi in modo unitario per invertire la tendenza. Con l'intento, anche, di portare benefici di lunga durata al sistema sanitario nazionale, che paga le conseguenze di questo sbagliato approccio.
L'algoritmo, elaborato da un team multidisciplinare grazie al contributo di MSD Italia e condiviso da molte società scientifiche, è una sintesi delle linee guida internazionali e suggerisce ai medici qual è la strada giusta da percorrere sia che si trovino di fronte un paziente sano, sia uno con ipercolesterolemia e ipertensione, sia diabetico. Prevenzione e cure, insomma, che viaggiano finalmente sullo stesso binario, in un modo scientificamente dimostrato e trasversale, oltre le competenze del singolo specialista.
Il meccanismo funziona dunque su più fronti: «Innanzitutto occupandosi dei soggetti sani fa sì che si allontani il più possibile la comparsa di problemi cardiovascolari», spiega Ezio Degli Esposti, medico nefrologo di Ravenna. Ma come si raggiunge l'obiettivo con i pazienti sani? «Con consigli a costo zero che comportano un risparmio in prospettiva. O con la corretta gestione degli esami diagnostici, facendo analisi appropriate al momento appropriato, senza inutili sovrapposizioni», risponde Degli Esposti. E se occorre prescrivere medicine. «Il medico deve condividere con il paziente l'algoritmo», sottolinea Alberto Corsini, professore ordinario di farmacologia all'università di Milano e tra gli esperti chiamati a realizzare l'algoritmo. «Se un paziente sa che il proprio medico si attiene a un documento frutto di evidenze scientifiche e condiviso si sente tranquillizzato».

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